appello per la libertà
Boualem Sansal è uscito dall'ospedale ed è tornato in prigione. La campagna per liberare lo scrittore
Il ministro degli Esteri francese si è detto "molto preoccupato" per la sua salute: Sansal è malato e detenuto in un carcere algerino inadeguato a sostenere le cure di cui ha bisogno. La sua liberazione è urgente
Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal, detenuto da metà novembre in Algeria con l'accusa di “ledere l'integrità del territorio nazionale”, alcuni giorni fa avrebbe lasciato l'ospedale in cui era ricoverato da più di un mese, prima di tornare in prigione. Lo ha annunciato oggi in un'intervista il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, che ha ricevuto l'informazione dalla moglie dello scrittore. Barrot ha aggiunto di essere “molto preoccupato per la salute” dello scrittore, che è “malato”: una biopsia effettuata a dicembre ha evidenziato un cancro alla prostata. Secondo le informazioni del Foglio, Sansal aveva chiesto di essere curato in un ospedale militare, ma il regime, oltre a tenerlo in prigione a Koléa, a 35 chilometri da Algeri, in attesa dei risultati della biopsia, avrebbe respinto la richiesta e lo avrebbe trasferito in un altro istituto ospedaliero, inadeguato a sostenere le cure di cui avrebbe bisogno. “Rischia di morire in prigione”, ha dichiarato il neurologo Boris Cyrulnik, amico di Sansal.
I legami tra Parigi e Algeri sono stati tesi da decenni, ma sono peggiorati a luglio, quando Macron ha riconosciuto un piano di autonomia per la regione del Sahara occidentale sotto la sovranità marocchina. Sansal aveva commentato la questione al media francese di estrema destra Frontières: "Il regime algerino, che è un regime militare, ha inventato il Fronte polisario per destabilizzare il Marocco". Per Algeria Patriotic, organo ufficiale algerino, Sansal “è un fascista filosionista”. Dal 16 novembre è quindi detenuto in Algeria per le sue idee, colpevole di essere un libero pensatore che non ha mai smesso di denunciare le derive del regime di Algeri, i suoi soprusi, le sue violenze, le sue menzogne. Da decenni grida contro il fondamentalismo, libro dopo libro denuncia i soprusi e le menzogne dei dirigenti di Algeri e il totalitarismo islamista che soffoca la sua amata Algeria. Nella sua ultima opera, “Le français, parlons-en!” (Éditions du Cerf), ha preso di mira l’attuale presidente algerino, Tebboune, paragonandolo al Grande Fratello di Orwell, e il suo regime alla Corea del Nord.
La scorsa settimana il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione transpartitica presentata da cinque degli otto gruppi dell’Europarlamento (Ppe, S&D, Ecr, Renew e Verdi/Ale per condannare l’arresto e la detenzione dello scrittore algerino e per chiederne la liberazione immediata e incondizionata. Ma non c’è stata unanimità. 48 si sono astenuti e 24 hanno votato contro. Tra i contrari spicca Rima Hassan, eurodeputata della France insoumise (Lfi), il partito della sinistra radicale francese di Jean-Luc Mélenchon, nota per le sue simpatie per Hamas.
Europeizzare il caso di Sansal è importante perché Boualem Sansal è uno scrittore europeo, tradotto nelle principali lingue europee e le sue opere hanno vinto premi letterari in tre stati membri. Soprattutto, in tutte le lingue che ha tradotto, difende la libertà, “una libertà che l’Europa deve avere più a cuore di qualsiasi altra cosa”, come ha ricordato a novembre nell’aula di Strasburgo François-Xavier Bellamy, eurodeputato e filosofo.