editoriali
La terra rara che avvicina Trump e Zelensky
In Russia non sfugge quanto è schietto il dialogo tra gli Stati Uniti e l'Ucraina
Il presidente americano Donald Trump non ha detto nulla che abbia scandalizzato gli ucraini con la proposta di consegnare le terre rare in cambio dell’aiuto militare. Uno scambio simile era delineato anche nel “piano per la vittoria” che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva presentato per le capitali europee e in cui, in alcuni punti secretati condivisi soltanto con un circolo ristretto di alleati, aveva delineato un percorso di investimenti da parte della aziende americane che sarebbero state chiamate a ricostruire e avrebbero avuto in cambio la possibilità di aiutare a sfruttare anche la ricca terra dell’Ucraina.
Dopo le parole di Trump, Zelensky ha rettificato che Kyiv è pronta a ricevere investimenti di aziende americane per lo sviluppo delle terre rare, la cui estrazione è materia complicata, lunga e costosa e per questo l’Ucraina non se l’è potuta permettere. Zelensky ha già parlato dello sfruttamento del sottosuolo ucraino con gli Stati Uniti, aveva capito da tempo che per avere l’aiuto di Trump avrebbe dovuto mostrare lo scambio come una transazione: non vi chiediamo aiuto e basta, vi offriamo possibilità di arricchirvi.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è inserito nella discussione definendo “egoista” la richiesta di Trump di scambiare le armi con le terre rare, è uno dei pochi ad aver commentato e lo ha fatto senza considerare che Kyiv ha imparato il linguaggio trumpiano più in fretta di Berlino.
L’altro commento rilevante è arrivato da Mosca, dove il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito la proposta di Trump un accordo commerciale e non un aiuto: “Certo – ha proseguito – sarebbe meglio non fornire aiuto di nessun tipo per facilitare la fine del conflitto”. La maggior parte delle terre rare è nella parte di Ucraina in cui proseguono i combattimenti, alcune zone nelle regioni di Donetsk e Luhansk sono sotto occupazione russa, il resto, nel Dnipropetrovsk, è nell’area verso cui punto l’esercito russo. I confini della guerra sono per ora quelli della ricchezza dell’Ucraina.
Progetti umanitari in bilico
Leavitt denuncia gli sprechi woke dell'UsAid, senza parlare degli aiuti ai paesi in difficoltà
Flessibilità necessaria