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La mappa dell'export

Trump annuncia nuovi dazi per acciaio e alluminio dall'estero. Ecco tutti gli stati a rischio

Riccardo Carlino

Il tycoon anticipa l'imminente arrivo di tasse del 25 per cento su tutti gli esportatori del settore siderurgico, ma solo nel 2023 ha importato oltre 100 miliardi di dollari di materiale. Dal Canada al Messico fino all'Italia, una mappa di tutti i paesi che potrebbero essere colpiti

"Tutto l'acciaio e l'alluminio che arriva negli Stati Uniti sarà soggetto a dazi del 25 per cento”, ha detto il presidente americano Donald Trump domenica ai giornalisti che erano con lui a bordo dell'Air Force One, direzione New Orleans, per assistere al cinquantanovesimo Super Bowl. Alle spalle dell'ennesima minaccia commerciale del tycoon c'è una lunga scia di ordini esecutivi, dazi del 25 per cento sulle importazioni provenienti da Messico e Canada e altri del 10 per cento (già in vigore) su quelle provenienti dalla Cina. La quale, la settimana scorsa, ha immediatamente risposto con dazi del 15 per cento sul carbone e il gas naturale liquefatto (Gnl), più un ulteriore 10 per cento sul petrolio, attrezzature agricole e alcune automobili importate dagli Stati Uniti. Trump non ci sta, e dal suo aereo ha confermato l'intenzione di annunciare ulteriori dazi “reciproci” già in settimana, tra martedì e mercoledì: “Molto semplicemente, se loro ci fanno pagare, noi facciamo pagare loro”, ha detto, aggiungendo che le nuove tasse entreranno in vigore “quasi immediatamente”.

 

                                              

Trump aveva già imposto dazi sulla siderurgia durante il suo primo mandato da presidente: 25 per cento sull'acciaio e 10 per cento sull'alluminio. Salvo poi concedere esenzioni a Canada, Messico e Brasile. Questa ultima tornata di dazi non sembra voler colpire un paese produttore specifico, ma per l'appunto “tutti”.

  

I dazi hanno il sostegno di alcuni sindacati americani e dei produttori domestici: “Accogliamo con favore l'impegno del Presidente Trump”, ha dichiarato all'indomani dell'insediamento Kevin Dempsey, ceo dell'American Iron and Steel Institute, dicendosi pronto a lavorare con la nuova Amministrazione “per garantire la competitività dell'industria siderurgica americana e per rafforzare la produzione manifatturiera americana nel suo complesso”. 

 

Per adesso, però, “si tratta solo di minacce" e non c'è “nulla di concreto”, ha detto il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill, assicurando che per il momento l'Ue non ha ricevuto “alcuna notifica ufficiale" di nuovi dazi statunitensi su acciaio e alluminio

 

I paesi da cui gli Stati Uniti importano più acciaio

Nel 2023 gli Stati Uniti hanno importato complessivamente circa 82,1 miliardi di dollari di acciaio e ferro e 27,4 miliardi di alluminio, esportando al tempo stesso 43,3 miliardi di acciaio e ferro e 14,3 miliardi di alluminio. Stando ai dati del governo e dell'American Iron and Steel Institute, le principali fonti di importazione di acciaio dagli Stati Uniti sono Canada, Messico e Brasile, ma sono rilevanti anche i flussi da Corea del Sud, Cina e Germania, seguiti da Taiwan, India, Giappone e Italia. Solo a gennaio 2025, gli Stati Uniti hanno importato quasi tre milioni di tonnellate di acciaio, in aumento del 23,4 per cento rispetto a quelle registrate a dicembre. I dati più recenti rilevano un aumento del 20 per cento degli arrivi dal Canada, dal Messico (+25 per cento), Corea del Sud (+5 per cento) Germania (+22 per cento) e specialmente dal Brasile (+377 per cento). 

 

Canada

Fra gli stati che risulterebbero più penalizzati da dazi, c'è sicuramente il Canada. Che spicca come il principale fornitore di alluminio primario, del quale rappresenta il 79 per cento delle importazioni totali negli Usa nei primi 11 mesi del 2024.

Secondo il database Comtrade delle Nazioni Unite sul commercio internazionale, le importazioni di ferro e acciaio degli Stati Uniti dal Canada sono state pari a 7,69 miliardi di dollari nel 2024. Guardando al 2022, la situazione non cambia. Il Canada ha esportato alluminio grezzo per un valore di 8,64 miliardi di dollari (22,94 per cento), seguito da laminati piatti per quasi due miliardi (4,98 per cento) e rottami ferrosi per 1,70 miliardi (4,52 per cento). 

“L'acciaio e l'alluminio canadesi sostengono settori chiave negli Stati Uniti, dalla difesa alla cantieristica navale e all'industria automobilistica”, ha scritto su X il ministro canadese dell'Innovazione, Francois-Philippe Champagne: “Continueremo a difendere il Canada, i nostri lavoratori e le nostre industrie”.

 

Messico

Fra i principali fornitori di rottami di alluminio e leghe di alluminio c'è invece il Messico. Che nel 2022 ne ha venduti agli americani per 1,77 miliardi di dollari. Mentre salgono a 1,80 miliardi le strutture in ghisa, ferro e acciaio. Guardando al 2024, gli Stati Uniti hanno ricevuto ferro e acciaio messicano per 3,31 miliardi di dollari

Le nuove gabelle minacciate da Trump sono di importo analogo a quelle minacciate e poi congelate a seguito di un primo accordo raggiunto con la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum. La quale, nel corso di una telefonata nei primi di febbraio con Trump, ha accettato di inviare immediatamente 10.000 soldati al confine tra Stati Uniti e Messico per contrastare il traffico di Fentanyl e la migrazione irregolare. 

  

Brasile

Le importazioni di ferro e acciaio degli Stati Uniti dal Brasile sono state pari a 4,98 miliardi di dollari nel 2024, secondo Comtrade. La quota più rilevante è rappresentata dai prodotti semilavorati in ferro o acciaio non legato, venduti agli americani per 1,83 miliardi di dollari. Dati importanti, seppure in diminuzione rispetto ai 3,17 miliardi di dollari incassati nel 2022 dal Brasile per gli stessi prodotti. 

    

Dalla Corea del Sud all'Italia

Vale quasi due miliardi il giro d'affari legato alle esportazioni dalla Corea del Sud, in linea rispetto ai dati del 2023 ma comunque in discesa rispetto ai 2,76 miliardi registrati nel 2022. La produzione sudcoreana si concentra principalmente su prodotti laminati in ferro e acciaio, venduti agli Usa per 636,08 milioni di dollari

La Germania ha esportato acciaio e ferro negli Stati Uniti per 1.54 miliardi di dollari: un mercato che, a differenza degli altri stati, si presenta in perfetto equilibrio con le esportazioni del 2023, nonostante un lieve calo dal 2022 (1,64 miliardi).  Il colosso tedesco dell'acciaio Thyssenkrupp ha detto che i dazi statunitensi avrebbero solo un “impatto molto limitato” sulla sua attività: “Il mercato principale per l'acciaio di Thyssenkrupp è l'Europa”, ha affermato l'azienda. La quota di acciaio esportata negli Stati Uniti è infatti “trascurabile e riguarda principalmente prodotti di alta qualità con una buona posizione di mercato", ha sottolineato l'azienda. Tuttavia, una valutazione affidabile potrà essere fatta una volta entrati in vigore i dazi, insieme ad altre possibili contromisure dell'Ue.

A margine, altri stati risulterebbero penalizzati dai dazi ventilati da Trump. Come ad esempio la Cina (che nel 2024 ha esportato acciaio e ferro per 537,11 milioni di dollari), l'India (504 milioni durante il 2023) e anche l'Italia. Il nostro acciaio è stato venduto in America nel 2023 per 557,49 milioni di dollari, ma nel 2022 le esportazioni valevano addirittura un miliardo di dollari. 

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