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Editoriali

La destrissima non guiderà l'Austria

Redazione

Herbert Kickl non convince i popolari e rimette l’incarico. Ora le strade sono solo due: nuove elezioni o governo del presidente

Dopo quattro mesi e mezzo sono tornati al punto di partenza. Il gioco dell’oca della politica austriaca era partito il 29 settembre 2024, con le elezioni vinte dall’ultradestra, il Partito della Libertà (Fpö), guidato dal suo leader più estremista, Herbert Kickl. Da allora e fino all’Epifania a mettere in piedi un governo avevano provato i popolari, arrivati secondi, del cancelliere uscente Karl Nehammer. Scaricati i Verdi, Nehammer ha tentato di imbarcare socialdemocratici e Liberali ma quel lungo negoziato si è concluso con un nulla di fatto. Così il presidente Alexander van der Bellen, piuttosto a malincuore, ha assegnato l’incarico di formare il governo a Kickl, il politico che lo aveva chiamato “mummia senile” e che fa aperta professione di fede antieuropea.

“Noi ci stiamo”, aveva risposto sempre a malincuore Christian Stocker, diventato leader dei popolari al posto di Nehammer, che invece lui non ci stava. Sia chiaro: portare la Fpö al governo in Austria non è un tabù ormai da anni ma assegnarle la cancelleria sarebbe certamente una cosa dirompente. Il problema è soprattutto Kickl con le sue espressioni da Terzo Reich: “Sarò cancelliere del popolo” (“Volkskanzler”, come Hitler nel 1933) e la sua fede prorussa e no-vax.

Ma anche Kickl ha fallito, restituendo oggi il mandato al presidente. “I popolari non vogliono scendere a compromessi sulla lista dei ministri”, ha accusato il cancelliere non più incaricato, segnalando a Van der Bellen che con i socialdemocratici non vale neppure la pena di tentare. “La colpa è di Kickl”, hanno replicato i popolari, “prigioniero del ruolo di capo dell’opposizione”, ossia inetto a guidare il governo. Pericolo scampato? In anni recenti la politica austriaca si è fatta molto creativa ma le strade sono solo due: nuove elezioni con una Fpö probabilmente più forte oppure un governo del presidente, Van der Bellen come Macron

 

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