Washington

Trump: “Ho chiamato Zelensky ‘dittatore'? Non ci credo”. E anche Starmer lo corregge sugli aiuti

In un punto stampa alla Casa Bianca, il presidente americano, insieme al primo ministro inglese, mentre risponde alle domande dei giornalisti dice di non ricordare di aver definito il leader ucraino "a dictator without elections", frase che ha postato pochi giorni fa sui social

Redazione

"Chiamerebbe ancora Zelensky un dittatore?", è la domanda che un giornalista inglese ha posto al presidente americano Trump. "L'ho chiamato un dittatore? Non ci credo. Prossima domanda", la risposta del Tycoon. Che, con accanto il premier inglese Keir Starmer, con cui aveva appena avuto un incontro bilaterale a Washington, ha parlato del piano di pace che vorrebbe offrire all'Ucraina, abbassando i toni rispetto allo scontro che si era consumato nei giorni scorsi. Zelensky lo aveva definito "chiuso in una bolla di propaganda russa", in risposta a un post di Trump sul suo social Truth in cui definiva il leader del paese invaso dalla Russia "un dittatore senza elezioni". Trump ha detto poi di avere, in realtà, un ottimo rapporto con Zelensky, che si sarebbe in quell'occasione incrinato "perché vogliamo avere le stesse cose che hanno i paesi europei, riavere indietro i soldi che abbiamo dato all'Ucraina, loro li riavranno indietro". 

Trump aveva detto la stessa cosa pochi giorni fa alla Casa Bianca insieme al presidente francese Macron, che lo aveva corretto specificando che buona parte dei soldi europei erano donazioni, e che i paesi del vecchio continente non li avrebbero riavuti indietro. Starmer si è trovato a dover interrompere, come aveva fatto Macron, il presidente americano quasi nella stessa maniera, spiegando che alcuni di quei soldi sono prestiti ma la maggior parte sono donazioni.  

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