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Editoriali
Ex impiegati e potenziali spie a beneficio di Russia e Cina
L’espulsione trumpiana di dipendenti pubblici con un elevato patrimonio di conoscenze istituzionali espone a il governo federale rischi imprevedibili. Come ad esempio il possibile spionaggio straniero da parte di Mosca e Pechino
Esiste almeno un punto di contatto fra la caotica politica interna dell’amministrazione Trump – ovvero il tentativo di “riorganizzare” il sistema federale affidato all’imprenditore Elon Musk – e l’improvvisa inversione della politica estera americana. E quel punto di contatto riguarda l’attenzione particolare che nelle ultime settimane potenze avversarie come Russia e Cina stanno mettendo sugli impiegati federali alla ricerca di nuove fonti d’informazione. Secondo la Cnn, Mosca, Pechino e altri paesi stanno “concentrando i loro sforzi” sui dipendenti licenziati di recente o su quelli potenzialmente a rischio, con un’aggressiva campagna di reclutamento tramite social network come LinkedIn. Nella teoria classica dell’intelligence, vengono riconosciuti tre motivi per cui un funzionario pubblico decide di tradire il suo paese: lo fa per ideologia, per soldi, oppure per vendetta. In questo momento c’è un enorme numero di dipendenti pubblici, magari a conoscenza di informazioni su infrastrutture americane e sul sistema pubblico, che si sente tradito dalla propria amministrazione, e questo rende il governo federale estremamente vulnerabile allo spionaggio straniero.
“Non ci vuole molta immaginazione per capire che questi lavoratori federali messi da parte, con un patrimonio di conoscenze istituzionali, rappresentano obiettivi incredibilmente attraenti per i servizi di intelligence dei nostri concorrenti e avversari”, ha detto una fonte alla Cnn. “Questo è esattamente il tipo di persone che dobbiamo estirpare e di cui dobbiamo sbarazzarci”, ha detto qualche giorno fa all’emittente Fox la direttrice della National Intelligence Tulsi Gabbard. A questo rischio, conseguenza diretta dell’aggressiva strategia di riduzione dei costi di Trump che somiglia sempre di più a una purga autoritaria, si unisce l’esodo di chi, dalle agenzie d’intelligence ai dipartimenti di stato e Difesa, hanno deciso di licenziarsi o cambiare lavoro. Le conseguenze dei primi mesi di Trump avranno effetti imprevedibili e a lungo termine.