
(LaPresse)
Editoriali
Il Washington Post non è Maga-friendly
Dopo la nuova linea editoriale dettata da Bezos, basata sui due pilastri - libertà personale e libero mercato -, tutti pensavano si trattasse dell'ennesimo segnale di un appiattimento dei miliardari-oligarchi sulla linea della nuova Amministrazione. Invece, ora solo editoriali contro Trump
Quando Jeff Bezos, il 26 febbraio, ha annunciato la svolta editoriale del Washington Post tutti hanno istintivamente pensato a un allineamento alla nuova Amministrazione statunitense e l’ammainamento del motto del giornale “La democrazia muore nelle tenebre” (nato, tra l’altro, proprio durante il primo mandato di Trump). “Scriveremo ogni giorno a sostegno e difesa di due pilastri: libertà personali e libero mercato. Tratteremo anche altri argomenti, ovviamente, ma i punti di vista contrari a questi pilastri saranno lasciati ad altri per essere pubblicati”, aveva scritto Bezos.
I due pilastri della svolta ideologico-culturale non implicano strettamente un’adesione al trumpismo, ma tutti lo hanno letto come l’ennesimo segnale dell’appiattimento dei miliardari-oligarchi sulla linea di Donald Trump. A distanza di una settimana, un bilancio provvisorio dei commenti pubblicati nella sezione “Opinion”, smentisce i pregiudizi o i timori più diffusi. In questi giorni, nessun editoriale o commento pubblicato dal Post è stato favorevole a Trump e quasi tutti sono stati molto critici. Sono stati pubblicati articoli sui nuovi abusi nella base militare di Guantanamo, su come il taglio del budget federale st, commenti a difesa dell’indipendenza delle agenzie federali e sui rischi di nuove epidemie di morbillo per la “ciarlataneria” del No Vax Robert Kennedy Jr. messo da Trump alla Salute. In un editoriale sull’incontro con Zelensky, il comportamento di Trump è stato paragonato a quello di un mafioso come “Don Corleone”. Il WaPo ha criticato l’insensata guerra commerciale degli Usa contro i vicini Messico e Canada. In un editoriale di domenica, Dana Milbank ha spiegato che la minaccia più grande in America alle libertà individuali e al libero mercato – i due principi guida indicati da Bezos – è Donald Trump. Il Washington Post per ora non è diventato un giornale Maga-friendly, ma se tiene fede a questa liena può diventare un giornale anti-trumpiano in nome di valori una volta rappresentati dal Partito repubblicano.