
(Ansa)
Editoriali
L'ordine che vuole Donald Trump
Il presidente americano è più concentrato a rilegittimare Vladimir Putin che a salvare l'Ucraina ed è più concentrato sui dazi contro Europa, Canada e Messico che a contrastare la Cina. Se vuole spartirsi il mondo con le altre due superpotenze, lo dica: l’America così non è grande
Donald Trump “ha progetti per un nuovo ordine mondiale”, scrive l’Editorial board del Wall Street Journal, “ma dovrebbe condividerli con gli americani”, magari questa sera, in occasione del discorso che il presidente americano terrà davanti alle camere riunite del Congresso: è possibile che “questo ritiro dal mondo non sia così popolare come le vaghe promesse di pace” e che “questo ritiro non sia così pacifico come pensa” l’Amministrazione. Il Wall Street Journal è un quotidiano conservatore di proprietà di Rupert Murdoch e nell’ultimo mese sta criticando Trump in particolare sui dazi e sull’abbandono dell’Ucraina e degli alleati europei: è di certo tardivo, come intervento, dopo anni di tolleranza nei confronti della deriva illiberale di Trump, ma è significativa nel mondo conservatore e ancor più perché è in controtendenza rispetto alla corsa della stragrande maggioranza dei tycoon ad accreditarsi presso Trump.
Questo editoriale mette ogni cosa in fila: Trump è più concentrato a rilegittimare Vladimir Putin che a salvare l’Ucraina, è più concentrato ad accanirsi con dazi pesanti sull’Europa, il Canada e il Messico che a contrastare la Cina, ambisce ad avere il controllo sul canale di Panama e sulla Groenlandia. “E’ un antico obiettivo degli isolazionisti – scrive il Wsj –la Cina domina il Pacifico, la Russia domina l’Europa, gli Stati Uniti dominano le Americhe”, solo il medio oriente resta conteso: “Più che un nuovo mondo coraggioso è il ritorno a un vecchio mondo pericoloso”, fondato sulla teoria del declino e sulla incapacità dell’America di difendere il mondo. Trump dovrebbe dirlo chiaro, invece che continuare ad additare errori e illusioni di altri, perché “dice che vuole rifare grande l’America, non ritirarsi dalla difesa della libertà”, che è invece quello che sta facendo.