
Editoriali
La minaccia russa è già in Italia
L’intelligence spiega che gli attacchi ibridi sono parte di un disegno. Come difendersi
La Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza analizza in modo approfondito i mutamenti che si sono verificati o rafforzati nel 2025, esprimendo la preoccupazione per gli effetti che le tensioni internazionali crescenti provocano sulla sicurezza delle informazioni. Un elemento interessante riguarda l’analisi dell’attività della Russia: “L’elemento innovativo rispetto alle modalità con le quali la Russia ha portato avanti le proprie campagne e azioni ibride negli ultimi anni è rappresentato da un aumento delle azioni di sabotaggio e degli atti di violenza. Il Cremlino sta quindi ampliando la portata e il ritmo delle proprie operazioni asimmetriche contro gli stati occidentali, compresi atti fisici di sabotaggio a siti militari o di aziende interessate al sostegno degli sforzi militari dell’Ucraina, affidandosi anche a persone che non hanno cittadinanza russa così da potere meglio argomentare la propria estraneità alle operazioni”. Si tratta di considerazioni che, confrontate con l’orientamento del governo americano che intende ridurre o addirittura abolire le azioni volte a controllare e contrastare gli attacchi ibridi di Mosca, non possono che destare allarme.
Un altro campo sul quale la Relazione fornisce informazioni illuminanti è l’esame della situazione dell’Africa, terreno privilegiato per l’intervento di vari soggetti destabilizzanti, dal jihadismo alla Cina. C’è poi un esame interessante delle minacce ibride messe in campo nel 2024, anno elettorale in Europa, dal sistema di informazione russo, che resta naturalmente attivo anche oggi. Un problema particolare, quello della protezione della ricerca scientifica universitaria e aziendale, emerge come nuovo campo di intervento massiccio delle azioni di inserimento estero e anche su questo si sono definite nuove strategie di sicurezza informativa. Insomma in un panorama oscuro emergono anche pericoli nuovi e si fatica a trovare sistemi di contrasto efficaci, soprattutto in presenza del rischio di un disfacimento della collaborazione atlantica.


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