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Editoriali
Il nuovo regolamento di von der Leyen sui migranti e l'illusione degli “hub di rimpatrio”
Le norme (che devono essere approvate dai governi e dal Parlamento europeo) prevedono una stretta sui migranti che ricevono un ordine di espulsione. Ma all’approccio dell’Ue manca un tassello centrale: gli accordi con i paesi d’origine
La Commissione di Ursula von der Leyen ha presentato un nuovo regolamento sui rimpatri, che mira ad armonizzare le pratiche degli stati membri sulle espulsioni e aumentare il numero di migranti irregolari che vengono effettivamente rimpatriati nei loro paesi di origine. E’ uno dei tasselli che mancano al nuovo Patto su migrazione e asilo. Le nuove norme, che devono essere approvate dai governi e dal Parlamento europeo, prevedono una stretta sui migranti che ricevono un ordine di espulsione. La Commissione propone di introdurre un ordine europeo di rimpatrio, penalizzare i migranti che non cooperano, tagliare le consulenze legali gratuite. Gli stati membri potranno detenere anche i bambini e le famiglie. La proposta introduce deroghe specifiche ai diritti fondamentali per i migranti considerati un rischio per la sicurezza e l’ordine pubblico.
La principale novità è la possibilità di creare degli “hub di rimpatrio” in paesi terzi fuori dall’Ue, dove trasferire i migranti irregolari in attesa che siano rimpatriati nel loro paese di origine. Il nome inganna. Secondo gli esperti, il sistema proposto dalla Commissione vìola i diritti fondamentali e legittima le soluzioni proposte dai partiti di estrema destra. Soprattutto, il sistema è un’illusione ottica che non avrà effetti significativi sui flussi migratori. Manca il tassello centrale di una politica di rimpatri efficaci: gli accordi di riammissione con i paesi di origine. Fino a quando non saranno firmati e messi in pratica, difficilmente il tasso attuale di rimpatrio – un migrante irregolare su cinque torna effettivamente nel suo paese in modo volontario o forzato – salirà in modo significativo. Con la sua proposta di “hub di rimpatrio”, la Commissione von der Leyen è riuscita a stare al passo di Donald Trump nella corsa a chi si mostra più duro con i migranti irregolari.
