Editoriali
Difesa del risparmio europeo
Bassi rendimenti e alte commissioni, quelle italiane sono tra le più care d'Europa. I prodotti europei sono mediamente più costosi di quelli offerti da operatori e piattaforme americane. Così gli europei investono fuori dall'Ue
Nel suo discorso al Senato, Mario Draghi ha fornito il dato aggiornato sull’ammontare dei risparmi europei che ogni anno defluiscono verso altre aree. Ebbene, finora, quando si è discusso di questo fenomeno, si è ragionato su una cifra intorno ai 300-350 miliardi, ma per Draghi sono molti di più: 500 miliardi nel 2024. E’ questa la quantità di risparmio che, secondo l’ex presidente del Consiglio, lo scorso anno è fuoriuscita dall’Unione europea perché non trova un tasso di rendimento adeguato. “Questo è il dato che meglio riassume la persistente debolezza dell’economia del nostro continente”, ha detto Draghi. Insomma, gestori e asset manager europei sono capaci di offrire guadagni meno soddisfacenti ai privati che investono la propria ricchezza rispetto soprattutto ai grandi operatori americani. Il tema meriterebbe di essere approfondito visto che è così importante per la competitività e l’autonomia europee: sulla mobilitazione di risorse private, infatti, conta anche il piano approvato dal Parlamento Ue per finanziare almeno parte del riarmo.
Ma perché succede questo? Ci sono almeno due cause: la prima è che l’economia americana è sempre cresciuta a tassi superiori rispetto all’Eurozona, soprattutto in campo tecnologico, cosa che ha fatto ricchi gli investitori del Nasdaq. La seconda ragione riguarda i prodotti di investimento europei, poco variegati e troppo cari. Oggi il risparmio è considerato soprattutto una faccenda nazionale, ogni paese ha i suoi prodotti e c’è scarsa integrazione in un mercato che, al contrario, avrebbe bisogno di consolidamento per abbattere i costi di polizze e fondi d’investimento. I prodotti europei sono mediamente più costosi di quelli offerti da operatori e piattaforme americane, soprattutto a causa delle elevate commissioni incassate dai gestori, e questo spiega gli scarsi rendimenti. In questo contesto, le commissioni pagate in Italia sono tra le più care d’Europa. Anche qui, secondo Draghi, una maggiore competitività si raggiunge con cessioni di sovranità ma è un tasto sensibile quando si parla di risparmio nazionale.