
Michel Houellebecq (Ansa)
Editoriali
Lo scrittore francese Michel Houellebecq contro l'eutanasia
La Francia discute del fine vita, ma per l'autore si tratta di una frattura antropologica di civiltà. Quando un paese decide di legalizzare il porre termine alla vita di un malato senza speranza di guarigione "perde ogni diritto di rispetto ai miei occhi", dice lo scrittore
"Non c’è bisogno di essere un cattolico reazionario per essere contro l’eutanasia”. Nei giorni in cui all’Assemblea nazionale si torna a discutere di fine vita, in occasione dell’esame di due proposte di legge, una sulle cure palliative, l’altra sull’assistenza attiva a morire, lo scrittore francese Michel Houellebecq è intervenuto pubblicamente per ribadire la sua contrarietà alla legalizzazione dell’eutanasia in Francia, rimproverando a chi riduce quelli come lui a dei catho-réac “una mancanza di cultura”. “Su un sito web americano, sono trascritte le posizioni delle varie religioni sulla questione dell’eutanasia. E’ americano, ci sono dunque molte comunità religiose... Quello che emerge è che, a eccezione degli unitariani, nessuna religione è a favore”, ha detto Houellebecq in un dibattito sul Figaro Tv attorno al documentario “Ensemble”, che racconta la vita ordinaria in un reparto di cure palliative di un centro medico della provincia francese.
Lo scrittore, in particolare, se la prende con un certo pensiero unico in materia di bioetica, che non tiene in considerazione centinaia di anni di riflessioni sul tema, “i molti filosofi” che “hanno affrontato la questione in modo indiretto”. “Kant, per esempio, non parlava di eutanasia – che gli sembrava inconcepibile – ma era molto chiaramente contrario al suicidio. Potremmo anche pensare al giuramento di Ippocrate, che precede di molto il cristianesimo”, sottolinea Houellebecq: “C’è una specie di arroganza progressista che mi sembra inaudita. Equivale a spazzare via tutta la saggezza e il pensiero del passato”. Sul Figaro, nel 2021, aveva scritto queste parole: “Quando un paese arriva a legalizzare l’eutanasia, perde ai miei occhi ogni diritto al rispetto”. La Francia, seguendo Belgio, Olanda, Spagna e Portogallo sul fine vita, provocherebbe, secondo Houellebecq, una frattura antropologica, di civiltà.