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Editoriali

Un'altra crisi che incombe: l'India accusa il Pakistan di terrorismo nel Kashmir

Redazione

Il governo indiano lascia intendere una pericolosa escalation e una possibile risposta militare all'attacco terroristico di martedì, che è stato il più brutale contro civili hindu da anni. In una telefonata con Giorgia Meloni il primo ministro indiano ha ribadito la necessità di contrastare il terrorismo internazionale

Perseguiremo i terroristi “fino ai confini del mondo”, ha detto oggi il primo ministro indiano Narendra Modi  riferendosi all’attacco terroristico  di martedì scorso, quando alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco sui turisti in una popolare meta turistica nella regione   di Pahalgam, nel Kashmir amministrato dall’India. Sono morti  25 cittadini indiani e un cittadino nepalese e il governo di Nuova Delhi  sin dalle prime ore ha accusato il Pakistan di sostenere gruppi terroristici nella regione.  

L’attentato è stato poi rivendicato su Telegram dalla Resistenza del Kashmir – un gruppo definito dall’India organizzazione terroristica e  collegato al gruppo islamista con base in Pakistan Lashkar-e Taiba – mentre oggi la polizia del Kashmir ha pubblicato i nomi di  tre sospettati presumibilmente coinvolti nell’attacco: due sono cittadini pachistani.  Il Pakistan  ha condannato l’attacco e negato ogni coinvolgimento tacciando  il governo indiano di un “gioco di accuse” senza prove, così è iniziata l’escalation diplomatica tra i due paesi. Nuova Delhi ha chiuso il valico Attari-Wagah (l’unico funzionante tra India e Pakistan); ha detto che tutti i cittadini pachistani dovranno lasciare il paese prima della scadenza dei loro visti e sospeso il trattato per la condivisione delle acque. Islamabad ha risposto  con la chiusura  del suo spazio aereo e con la sospensione dell’accordo di Simla, il documento firmato nel 1972 che mise fine alla sanguinosa guerra fra i due paesi.

Il governo indiano oggi lasciava intendere un’ulteriore escalation e una possibile risposta militare: l’attacco di martedì non   solo è stato il più brutale contro civili  hindu  da anni, ma  ha smentito il messaggio di normalità e sicurezza che il governo indiano aveva cercato di portare  nella regione.  Oggi Modi ha avuto conversazioni telefoniche con Macron, Netanyahu e  con Giorgia Meloni,  e ha ribadito la necessità di un “contrasto al terrorismo internazionale”. Gli osservatori ora si aspettano un’escalation militare (come nel 2016 e nel 2019) in un pattern “simile a quello tra Iran e Israele”, che tra due potenze nucleari, però, non è mai del tutto prevedibile.  

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