
(Ansa)
Editoriali
Un altro pasticcio di Trump da monitorare
Il presidente americano rilancia la sua agenda in medio oriente con un tour che include Arabia Saudita, dove punta a rafforzare gli Accordi di Abramo e discutere con nuovi attori come il leader siriano Ahmad al Sharaa. Tuttavia, l’approccio frettoloso e politicizzato rischia di compromettere la stabilità regionale e la sicurezza di Israele
In una lunga intervista a Time per commentare i primi cento giorni della sua presidenza, Donald Trump ha detto che gli Stati Uniti non si faranno trascinare in guerra da Israele, ma se, dopo i colloqui con l’Iran per un nuovo accordo sul nucleare, la Repubblica islamica dovesse mandare tutto all’aria, allora gli Stati Uniti reagiranno. Trump ha i suoi piani in medio oriente e nella stessa intervista ha detto di essere sicuro che l’Arabia Saudita entrerà negli Accordi di Abramo, il successo negoziale del suo primo mandato che attraverso la normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni paesi arabi ha davvero le potenzialità di rinnovare il medio oriente. A esclusione del viaggio per il funerale di Francesco, il primo tour di lavoro all’estero del capo della Casa Bianca sarà in medio oriente. Trump farà tappa negli Emirati Arabi Uniti, in Qatar e in Arabia Saudita.
La tappa saudita è la più importante: Riad ha una relazione particolare con Trump, che cercherà di parlare con il principe ereditario Mohammed bin Salman d'affari e di diplomazia. A Riad, Trump dovrebbe incontrare anche Ahmad al Sharaa, spogliato del suo nome di battaglia Ahmad al Julani da quando ha indossato l’abito e dopo aver cacciato il dittatore siriano Bashar al Assad si è messo a capo della Siria. Gli Stati Uniti hanno deciso di dimezzare i loro soldati in Siria, la mossa è un regalo al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, principale sostenitore di al Sharaa, e in linea con il disimpegno americano. Israele ancora studia la nuova Siria, sta cercando di eliminare tutti i depositi di armi chimiche e convenzionali: non si fida del nuovo regime e disarmarlo è la prima mossa. Secondo il deputato republicano Cory Mills, al Sharaa è disposto a sottoscrivere gli Accordi di Abramo. Forse Trump ne discuterà a Riad. Una Siria davvero rinnovata è un sogno, ma se anche gli Accordi di Abramo, che vennero negoziati con calma e dietro le quinte, vengono trasformati in patti stretti di fretta e posticci per Israele il rischio è esistenziale.

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