Standard & Poor's e Fitch, tutti assolti. Finiscono nel nulla gli (s)Trani processi
Il tribunale assolve agenzie, analisti ed ex manager accusati per il "complotto del rating". Un altro buco nell'acqua per la procura pugliese che lotta contro i "mulini a vento" della finanza
Finiscono nel nulla gli (s)Trani processi contro le agenzie di rating. Dopo l'archiviazione dell'inchiesta su Moody's, arrivano le assoluzioni per Fitch (una parte dell'inchiesta era già stata archiaviata a Milano) e Standard&Poor's. Per quest'ultima il tribunale di Trani ha infatti assolto la società e i cinque imputati, analisti ed ex manager. Mentre per la prima è stato assolto l'unico imputato: l'analista David Willmoth Riley.
In particolare per il doppio declassamento dell'Italia del 13 gennaio 2012 è stato assolto per non aver commesso il fatto l'ex presidente mondiale di Standard & Poor's, Deven Sharma; assolti perché il fatto non costituisce reato l'allora responsabile per l'Emea, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer; tutti e cinque sono stati assolti anche per le residue contestazioni. Insussistente è stata giudicata anche la responsabilità amministrativa per la persona giuridica, ovvero la società S&P.
David Willmoth Riley, analista dell'agenzia di rating Fitch, era invece accusato di manipolazione di mercato. Per la Procura di Trani, dal 10 al 18 gennaio 2012, aveva rilanciato "indebiti annunci preventivi di imminente declassamento" dell'Italia, mai decretato ufficialmente dell'agenzia fino al 27 gennaio 2012 , "cosi' divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari". Per lui era stata chiesta una condanna a nove mesi di reclusione e 16mila euro di multa. Ma il collegio del Tribunale di Trani, presieduto da Giulia Pavese, non ha accolto le richieste dell'accusa.
Si tratta delle prime sentenze mai emesse da un tribunale italiano sull'operato delle agenzie di rating. E a nulla è servito "l'entusiasmo" del pm del tribunale, Michele Ruggiero, che stamattina si è presentato in aula con cravatta tricolore. Come scritto ampiamente dal Foglio, la sua battaglia in difesa della Patria, si è svelata per quello che era: una sfida ai mulini a vento finanziari. E, alla fine, mesto, Ruggiero non ha potuto fare altro che commentare: "Le sentenze si rispettano. Abbiamo fatto il nostro lavoro fino in fondo. Forse c'è un po' di amarezza, ma c'è l'assoluta convinzione che tutto quello che si poteva fare e dire è stato fatto. Abbiamo cercato di fare per ripristinare un po' di trasparenza e verità, confidiamo nel lavoro della magistratura rispetto per le decisioni dei giudici. Leggeremo le motivazioni e poi valuteremo".
Di tutt'altro tenore i commenti di Standard & Poor's: "La decisione del tribunale conferma in modo inequivocabile come in tutti questi anni la società sia stata oggetto di illazioni fantasiose. Finalmente è stata resa giustizia alla società e ad ognuna delle persone che quotidianamente lavorano con onestà e competenza professionale". "L'assoluzione - aggiunge l'avvocato difensore dell'agenzia e dei 5 imputati - non è stata né una sorpresa e né era prevista. Ogni processo ha la sua storia ovviamente sono contento della decisione del tribunale che, penso, dimostri che le ipotesi di responsabilità di S&P erano sostanzialmente infondate, come abbiamo sempre sostenuto".