John Henry Woodcock (foto LaPresse)

Ora al Csm vogliono riaprire il fascicolo sul “metodo Woodcock”

Redazione

Dopo l'articolo del Foglio sulle similitudini tra le inchieste Consip e Cpl Concordia qualcosa si muove a palazzo dei Marescialli. Zanettin: “Inquietanti analogie, in entrambi i casi intercettazioni non rilevanti di Renzi sono finite sui giornali”

Due inchieste diverse, ma stessi protagonisti e, purtroppo, anche stesso “metodo”. Ripetute fughe di notizie, manipolazioni delle informative, scontri tra procure, e intercettazioni penalmente irrilevanti e secretate di Matteo Renzi che, chissà come, finiscono sulla prima pagine di un giornale.

 

Luciano Capone ha raccontato ieri le similitudini tra l'inchiesta Consip e un'altra avviata dalla stessa procura e dallo stesso magistrato: John Henry Woodcock. Si tratta di quella riguardante la cooperativa Cpl Concordia. Partendo dalle indagini sulla metanizzazione dell’isola di Ischia si arrivò alla pubblicazione sul Fatto quotidiano delle intercettazioni fra il generale della Guardia di finanza Michele Adinolfi e Matteo Renzi, in cui il segretario del Pd esprimeva giudizi non lusinghieri sull’allora premier Enrico Letta. Conversazioni che non avevano alcun rilievo penale e che non sarebbero dovute finire sui giornali. Ma purtroppo così non è stato.

Dell’intercettazione Renzi-Adinolfi, ha ricordato Capone, si era interessato anche il Csm con un fascicolo aperto nel luglio 2015 è tuttora pendente in Prima commissione. Ebbene, dopo l'articolo del Foglio, Pierantonio Zanettin, membro laico del Csm, ha chiesto di riaprirlo.

 

“In entrambi i casi (Consip e Cpl Concordia ndr) - spiega Zanettin - l'ex premier Renzi è infatti risultato vittima di una fuga di notizie, riguardante una intercettazione penalmente non rilevante, e, per quanto riferito dal Foglio, in ambedue le vicende titolare dell'inchiesta è il dottor Woodcock, assistito dai carabinieri del Noe di Napoli, guidato appunto dal Capitano Scafarto. In entrambi i casi la intercettazione riguardante l’ex premier è stata fatta arrivare al giornalista Marco Lillo, che l’ha pubblicata.
Pare quindi evidente che, a prescindere dall'apertura di una pratica sulla vicenda Consip, che il Comitato di Presidenza si ostina a negare, un fascicolo è già pendente, in prima commissione Csm sui protagonisti dell’inchiesta. È ora necessario che la prima commissione svolga accertamenti sulle inquietanti analogie evidenziate dalla indagine giornalistica”.