Il triangolo contro Woodcock
Prima Pignatone, poi la procura generale, ora il Csm. Assedio al circo Consip
Il Foglio aveva evidenziato una serie di coincidenze in due diverse inchieste che facevano pensare a un metodo investigativo anomalo: stessi pm e polizia giudiziaria, ripetute fughe di notizie, manipolazioni delle informative, pubblicazione sul medesimo giornale di intercettazioni penalmente irrilevanti e secretate di Matteo Renzi. Si tratta delle inchieste Cpl Concordia e Consip, entrambe sotto la guida del pm napoletano Henry John Woodcock. Sulle analogie e anomalie di queste due inchieste della procura di Napoli, adesso vuole vederci chiaro anche il Consiglio superiore della magistratura, che ha investito del caso la prima commissione dopo aver ricevuto una nota da parte del procuratore generale di Napoli Luigi Riello. La segnalazione del pg riguarda le modalità di iscrizione di un giudice, ma deve esserci dell’altro se il Csm ha deciso di unire la vicenda Consip al fascicolo su Cpl Concordia riguardante la diffusione delle intercettazioni Renzi-Adinolfi, aperto nel lontano 2015 su richiesta del consigliere laico Pierantonio Zanettin e finito nel dimenticatoio. L’indagine del Csm è solo uno dei tre pilastri che compongono quella che ormai è un’inchiesta sull’inchiesta Consip. Il secondo è l’azione disciplinare nei confronti di Woodcock avviata dal procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo, che si basa su una relazione del procuratore reggente di Napoli Fragliasso e ora si arricchisce anche della nota del pg di Napoli Riello. Infine c’è l’inchiesta penale per falso della procura di Roma (Pignatone, Ielo e Palazzi) su Scafarto, capitano del Noe e collaboratore di Woodcock. Se c’è un metodo dietro questa follia, verrà a galla.