Mafia Capitale non esiste
Si conclude il processo di primo di grado. Buzzi e Carminati condannati a 19 e 20 anni, la procura aveva chiesto per i due "capi" dell'organizzazione 26 e 28 anni. Cade l'accusa di associazione mafiosa
Mafia Capitale non esiste. O, se preferite, Mafia Capitale non è mafia. I giudici di uno dei processi più controversi e discussi degli ultimi anni hanno deciso che in questi anni Roma non è stata governata da alcuna associazione mafiosa. Salvatore Buzzi, Massimo Carminati e gli altri 46 imputati hanno messo in atto comportamenti illegali, criminali, ma la mafia proprio no. Quella non c'era. La sentenza di primo grado che tutti aspettavano, come ampiamente previsto, ha visto i due “capi” dell'organizzazione condannati. Ma per pene inferiori a quelle richieste dall'accusa.
Carminati è stato condannato a 20 anni (l'accusa ne aveva chiesti 28) mentre Buzzi a 19 (contro i 26 e tre mesi chiesti dalla procura). Dopo quasi due anni (il processo è iniziato il 5 novembre del 2015), oltre 200 udienze, 10 milioni di documenti, 4 milioni di brogliacci e 80mila intercettazioni trascritte, il tribunale presieduto da Rosanna Ianniello ha deciso di far cadere l'associazione mafiosa per tutti gli indagati. Una sconfitta per il procuratore capo Giuseppe Pignatone, per l'aggiunto Paolo Ielo e per i sostituti Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini.
Dunque non era sufficiente una pompa di benzina malfrequentata per dire che Roma era diventata come Corleone. Ma dai?
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 20 luglio 2017
Carminati e Buzzi hanno seguito la lettura della sentenza in videoconferenza, il primo dal carcere di Parma dove è recluso in regime di 41 bis (che ora dovrebbe essere revocato), il secondo da Tolmezzo. “Sconto di pena” anche per l'ex capogruppo del Pdl in Comune, Luca Gramazio, unico politico ancora accusato di concorso in associazione mafiosa, che è stato condannato a 11 anni a fronte dei 19 anni e mezzo chiesti dall'accusa. Dieci anni anche per l'ex amministratore delegato di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, Franco Panzironi (la richiesta era di 21 anni). Luca Odevaine, per cui la procura aveva chiesto solo due anni, è stato invece condannato a 6 anni e 6 mesi.
Un fatto che, secondo l'avvocato difensore di Carminati, Bruno Naso, dimostra che il sistema di corruzione era già presente da anni (Odevaine è stato vice capo di gabinetto di Walter Veltroni ma anche direttore della polizia provinciale nominato da Nicola Zingaretti ndr). Il legale gioisce, ovviamente, anche per la decisione dei giudici di far cadere l'accusa di associazione mafiosa: “Questo dimostra che la mafia è cosa seria che non va banalizza. Perché se tutto è mafia nulla è mafia”.
Aveva ragione il Foglio: cade l'associazione mafiosa per tutti (tutti) i 19 imputati di mafia capitale
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 20 luglio 2017
Il commento di Virginia Raggi. Presente nell'aula bunker anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi. In molti restano convinti che, senza l'inchiesta su Mafia Capitale, difficilmente il Movimento 5 Stelle avrebbe vinto le elezioni comunali. Lei dribbla le domande e commenta: “C’è un’associazione criminale che è stata in grado di influenzare le scelte politiche della città. I danni li stiamo pagando e vivendo ogni giorno. Continueremo a lavorare per lo sviluppo della legalità. È un momento importante per Roma, ora dovremo trarne le conseguenze”.
“La sentenza in parte ci dà torto”. Subito dopo la lettura della sentenza il procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, ha dovuto ammettere, in parte, la “sconfitta”. “È una sentenza che in parte ci dà torto - ha detto ai giornalisti che sottolineavano l'assenza dell'aggravante mafiosa -, per quanto riguarda la qualificazione giuridica, ed in parte riconosce la bontà del nostro lavoro. La sentenza riconosce l'esistenza di un'associazione a delinquere semplice ed aggravata. È stato un fenomeno di criminalità organizzata ma non di tipo mafioso”. Nessuna polemica, ovviamente, con i giudici: “Le sentenze si rispettano”.