Su Cappato si dovrà esprimere la Corte costituzionale
Nel processo sulla morte di Dj Fabo i giudici di Milano hanno deciso di chiedere il parere della Consulta per verificare la legittimità del reato di "aiuto al suicidio"
Nè condanna né assoluzione. I giudici di Milano hanno sospeso il processo e deciso di rimettersi al parere della Corte Costituzionale per valutare la legittimità del reato di aiuto al suicidio contestato a Marco Cappato nel processo sulla morte di Fabiano Antoniani. Cappato è stato invece assolto dall'altra accusa, quella di "aver rafforzato il proposito suicidiario" di dj Fabo. "Non ha inciso sulla decisione di Antoniani di mettere fine alla sua vita", si legge nelle motivazioni della sentenza.
La verifica della legittimità costituzionale era stata suggerita dagli stessi Pm, che chiedono l'assoluzione di Cappato perché il fatto non sussiste. Secondo la lettura dei Pm una parte della norma che disciplina il reato di aiuto al suicidio potrebbe essere incostituzionale. Si tratta dell'articolo 580 del codice penale, che “non esclude la rilevanza penale della condotta di chi aiuta il malato terminale o irreversibile a porre fine alla propria vita quando il malato stesso ritenga le sue condizioni di vita lesive del suo diritto alla dignità”.
La pronuncia della Corte Costituzionale, oltre a incidere sul processo a carico del presidente dell'Associazione Luca Coscioni, potrebbe rappresentare un precedente rilevante nella giurisdizione in materia di “fine vita”, già di recente riformata in seguito all'approvazione della legge sul testamento biologico. La pronuncia della Consulta è "un'occasione senza precedenti per superare un reato introdotto nell'epoca fascista", commenta in una nota l'associazione Luca Coscioni, un modo per consentire alle "persone capaci di intendere, affette da patologie irreversibili con sofferenze, di ottenere legalmente l'assistenza per morire senza soffrire anche in Italia, senza bisogno di dover andare in Svizzera".
Antoniani, meglio conosciuto come Dj Fabo, è morto in Svizzera il 27 gennaio 2017. Cieco e paraplegico per via di un incidente in auto, ha scelto la strada del suicidio assistito chiedendo aiuto all'associazione Luca Coscioni.
"Aiutare Fabo era mio dovere, la Corte costituzionale stabilirà se era anche un suo diritto, oltre che un mio diritto", è stato il commento di Marco Cappato all'ordinanza della Corte d'assise di Milano. L'esponente radicale si è detto "grato" ai giudici e ha aggiunto: "E' ora che la politica agisca". Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha invece parlato di "un'ordinanza straordinaria e impeccabile" dal punto di vista giuridico.
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