Tap, il M5s e il trabocchetto del gas
Sotto sequestro un cantiere in Puglia. Ecco perché i 5 stelle hanno ingannato l’azienda e i loro elettori
La Procura di Lecce ha posto sotto sequestro un’area di circa quattro ettari dove il consorzio Tap sta lavorando per la posa a terra del tratto di gasdotto che collegherà il microtunnel sulla costa pugliese con il terminale di ricezione. Il cantiere su cui sono in corso le indagini è solo un segmento di un’area più grande lungo la quale verrà interrato il tubo. Prima di procedere con gli scavi, per i quali manca ancora un’autorizzazione, Tap ha iniziato le operazioni di espianto degli ulivi, terminate giovedì, per poi rimetterli a dimora. Il sequestro di carattere probatorio è stato disposto giovedì, dopo un esposto presentato da tre parlamentari del M5s che giorni prima avevano fatto un sopralluogo nell’area insieme al sindaco di Melendugno. Nel Salento “l’allarme” Tap non s’è ancora placato e certo non sorprende che due deputati di Galatina (Diego de Lorenzis, Leonardo Donno) e una senatrice di Lecce (Daniela Donno) si interessino da vicino della questione. Ma dalla visita non sembrava emersa nessuna criticità in cantiere, solo la loro contrarietà alla realizzazione del gasdotto. Invece i tre hanno chiesto alla procura di verificare alcuni aspetti tecnici: che Tap stia svolgendo le operazioni di espianto nel periodo dell’anno più opportuno per tutelare gli ulivi e che i lavori non interferiscano con i vincoli paesaggistici che interessano l’area.
Tap sostiene che le attività condotte in cantiere sono conformi alle autorizzazioni ricevute. Sarà la Procura a verificarlo, ma intanto emergono una serie di plateali contraddizioni del M5s rispetto al tema delle infrastrutture energetiche, da tempo oggetto di facile strumentalizzazione da parte della politica locale. Nel contratto di governo elaborato su indicazione di Luigi di Maio si legge che “le infrastrutture relative al gas, relativamente al quale è essenziale la sicurezza degli approvvigionamenti”, fanno parte degli “interventi condivisi dalle parti”. Una posizione che non esclude la realizzazione di opere utili a garantire la sicurezza energetica, come Tap. Idea ben diversa da quanto sostenuto nel programma votato dagli iscritti sulla piattaforma Rousseau, dove si legge che “si potranno comunque sfruttare le infrastrutture gas esistenti, senza il bisogno di alcuna nuova opera, al netto dei riammagliamenti”. Un'altra modifica sostanziale, come le precedenti già documentate dal Foglio.
Come già successo al governatore Michele Emiliano, fischiato di recente per aver detto che il gasdotto Tap è utile, anche il M5s fa la banderuola. E mentre negli altri paesi dove passa il gas in arrivo dal Mar Caspio, la Grecia e l’Albania, non ci sono impedimenti all’opera, in Italia è uno stillicidio di polemiche, proteste, e ora inchieste. Secondo Tap, la vicenda giudiziaria non dovrebbe causare ritardi, anche perché i lavori procedono regolarmente negli altri cantieri. Tuttavia potrebbe compromettere la salute dei 445 alberi che, in attesa di essere ripiantati, devono essere ricoverati in una serra provvisoria da costruire nell’area interdetta. Se il motivo dell’esposto era difendere natura e paesaggio, il M5s sta facendo il contrario.