"La presunzione della colpevolezza". Ecco l'idea di giustizia di Conte
Il lapsus del presidente del Consiglio nel suo intervento alla Camera svela il giustizialismo del governo giallo-verde
"Non diciamo che la giustizia va bene. Siamo consapevoli che sulla giustizia abbiamo fatto dei passi indietro nel tempo. Oggi chi può permettersi delle difese articolate riesce a difendere le proprie ragioni. E' una giustizia censitaria. Qualcosa non va bene". Nel suo discorso alla Camera per chiedere la fiducia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte torna a dare, tra gli applausi, ampio spazio al tema della giustizia. Ma parlando ai deputati Conte scivola su un lapsus: "Nel rispetto dei principi costituzionali – presunzione della colpevolezza, diritto a un processo giusto, durata ragionevole con tutte le garanzie, funzione riabilitativa della pena – dobbiamo anche essere consapevoli che [sulla giustizia italiana, ndr] ci sono dei margini di intervento". Il principio della presunzione di non colpevolezza, nel diritto e nelle procedure penali, garantisce a ogni imputato di essere considerato innocente fino a prova contraria. In particolare, l’art. 27, co. 2, della Costituzione afferma che "l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva". Una lezione che sicuramente il prof. avv. Conte conosce bene, ma che non fa mai male ripassare.
Qui il video e sotto lo stenografico del discorso pubblicato sul sito della Camera.
Conte si chiede come sia possibile che il suo governo sia accusato contemporaneamente di essere garantista e giustizialista, e dice che le rappresentazioni fatte del programma di governo su questo punto sono manichee. Problem: chi ha mai detto che il suo programma è garantista?
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 6 giugno 2018
Conte fa sua la lezione dei maestri grillini: "Non esistono innocenti ma solo colpevoli non ancora scoperti" #presunzionedicolpevolezza #noncipossocredere
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 6 giugno 2018