Di Maio contro l'elezione di Ermini. Ma dimentica l'accordo con il Pd per portarlo al Csm
Il deputato renziano è il nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il vicepremier attacca il Sistema. Ma a luglio furono i grillini insieme ai leghisti ad eleggerlo tra i membri laici
In pochi se lo aspettavano. Di sicuro non se lo aspettava il M5s che mai avrebbe voluto un deputato Pd, vicinissimo a Matteo Renzi, eletto alla vicepresidenza del Csm. Invece è successo. David Ermini è il nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Eletto alla terza votazione, quando bastava la maggioranza semplice dei consiglieri, con 13 voti a favore (11 sono andati ad Alberto Maria Benedetti, candidato del M5s, mentre due sono state le schede bianche).
Cosa è successo? A sentire Luigi Di Maio è tutta colpa del “Sistema”. “È incredibile! Avete letto? - scrive il vicepremier sulla propria pagina Facebook - Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd è appena stato eletto presidente di fatto del Consiglio superiore della magistratura. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov'è l'indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito. È incredibile”.
Altrettanto duro il commento del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, secondo il quale “all'interno del Csm c'è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!”.
Tutto chiaro no? La colpa è del sistema, dei giudici politicizzati. Forse, chissà, pure dei cambiamenti climatici. Peccato che ci sia chi, all'interno del M5s, la veda diversamente. E così Andrea Colletti, deputato abruzzese del M5s, da tempo ormai voce critica all'interno dei gruppi parlamentari a cinque stelle, scrive su Facebook: “La colpa dell'elezione di Ermini quale vicepresidente del CSM non è dei togati e laici che lo hanno votato. È nostra, come M5S, la colpa di averlo votato, nonostante fosse un politico vicinissimo a Renzi. Abbiamo sbagliato - io mi sono rifiutato di votarlo - prendiamone atto e facciamo tesoro dei nostri sbagli”. Colletti si riferisce ovviamente a ciò che accadde a luglio quando il Parlamento elesse gli otto membri laici del Csm. Alla seduta erano presenti 800 parlamentari, il quorum richiesto era di 569 voti. David Ermini prese 723 voti. Cioè venne scelto anche dai parlamentari del M5s (e della Lega) in virtù di un accordo che, evidentemente, lo prevedeva (il primo degli eletti, il “grillino” Alberto Maria Benedetti, prese 730 voti). “Ci venne data l'indicazione di votare anche Ermini”, spiega al Foglio il deputato grillino. Compromesso? “Questo bisognerebbe chiederlo – dice – ai capigruppo di Lega e M5s”. Insomma, forse non ha tutti i torni Colletti: inutile prendersela con il Sistema. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Avvocato penalista, ex responsabile Giustizia del Pd, David Ermini sara' il vice del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla guida del Csm per i prossimi 4 anni. Nato a Figline Valdarno (Firenze) 58 anni fa, si e' laureato all'universita' del capoluogo toscano con una tesi sul diritto di voto degli italiani all'estero. La sua prima esperienza politica risale agli anni Ottanta come consigliere comunale di Figline Valdarno, incarico che ha rivestito anche tra il 2001 e il 2006. Nel 2004, e fino al 2009, Ermini e' stato capogruppo della Margherita alla Provincia di Firenze durante la presidenza di Matteo Renzi e, tra il 2009 e il 2013, presidente del consiglio provinciale di Firenze. E' stato per la prima volta eletto deputato nel 2013, e il 16 settembre 2014 nominato responsabile Giustizia del Pd guidato da Renzi. Dal 2015 al 2017 e' stato commissario regionale del Pd Liguria. Rieletto deputato nelle file del Partito democratico il 4 marzo scorso, il 19 luglio Ermini e' stato scelto dalle Camere tra gli 8 laici della nuova consiliatura di Palazzo dei Marescialli, che terminera' il suo mandato nel 2022. In passato, Ermini ha svolto funzioni di vicepretore onorario e di giudice sportivo presso la Figc per il settore giovanile. (
L'editoriale del direttore