Una lezione sulla prescrizione
Marco Tronchetti Provera assolto per la terza volta. Ma i pm possono impugnare ancora
Terza assoluzione per Marco Tronchetti Provera nel processo kafkiano sul caso Kroll. La Corte d’appello di Milano ha infatti assolto per la terza volta il vicepresidente e ad di Pirelli dall’accusa di ricettazione. La vicenda risale al 2004, quando Tronchetti era presidente di Telecom Italia ed era in corso uno scontro con alcuni fondi di investimento brasiliani per il controllo di Telecom Brasil. Giuliano Tavaroli (all’epoca capo della security di Telecom) e gli avvocati dell’azienda consegnarono a Tronchetti un cd contenente le prove di un’attività di spionaggio compiuta dall’agenzia Kroll nei suoi confronti su mandato dei rivali brasiliani. Il manager diede disposizione di presentare denuncia in procura, non sapendo che le informazioni erano state ottenute in maniera illecita con un’attività di controspionaggio. Così, Tronchetti si è ritrovato coinvolto in un’inchiesta per ricettazione che si trascina da oltre tredici anni.
Condannato in primo grado, Tronchetti era stato assolto due volte in appello, sentenze entrambe annullate dalla Cassazione. E pensare che aveva anche rinunciato alla prescrizione per vedersi riconosciuta un’assoluzione piena. Ora, alla sesta sentenza, Tronchetti è stato assolto di nuovo “perché il fatto non costituisce reato”, ma i pm potrebbero impugnare la pronuncia per l’ennesima volta. Scherzando si potrebbe dire che Tronchetti è l’unico interista ad aver vinto due triplete. Rimanendo seri c’è da chiedersi se tenere sulla graticola un imputato in questo modo possa chiamarsi giustizia. E se sia logico, di fronte a lezioni del genere, anche solo ipotizzare di abolire di fatto la prescrizione.