Davigo e la guerra al garantismo
Gli show del pm contro i fondamentali dello stato di diritto sono pericolosi
Ennesimo show in tv di Piercamillo Davigo, ex pubblico ministero di Mani pulite, oggi componente del Consiglio superiore della magistratura, “ideologo” del Movimento 5 stelle sulla giustizia e ospite praticamente fisso nelle trasmissioni di La7. Il solito tappeto rosso lo ha accolto giovedì sera a “Piazzapulita”, condotta da Corrado Formigli. Così, tra gli applausi scroscianti della platea e l’assenza di contraddittorio, Davigo ha indossato le vesti di commentatore politico, dicendo la sua su condono, prescrizione, evasione, ricostruzione del ponte Morandi, anticorruzione e chi più ne ha più ne metta. Singolare la visione dell’ex pm sulla riforma della prescrizione proposta dal governo. Riforma che naturalmente non lo soddisfa, perché troppo morbida: fosse per lui, abolirebbe la prescrizione già dopo un rinvio a giudizio. Comunque, dice Davigo che il problema della prescrizione non è nell’inefficienza del sistema giudiziario, ma nel fatto che “ci sono troppe impugnazioni”, cioè è colpa degli imputati: “Se uno appella perché non si accontenta del processo di primo grado cosa ha da lamentarsi? Poteva non fare appello”. Come a dire: ma cosa vogliono questi imputati, pretendono pure di dichiararsi innocenti? Non sanno, come recita un celebre aforisma di Davigo, che “non esistono innocenti, ma solo colpevoli che non sono stati ancora scoperti”?
L’ex pm finge di ignorare, poi, che circa la metà delle sentenze di condanna di primo grado, dopo l’impugnazione, viene riformata in assoluzione: se seguissimo il suo consiglio riempiremmo le carceri di persone condannate in primo grado ma innocenti. Non pago, Davigo si è lanciato anche in una celebrazione del ricorso al pentimento nella lotta alla corruzione, richiamando i fasti di Mani pulite: “Noi non mettevamo dentro la gente per farla parlare, li mettevamo fuori se parlavano”. E giù grasse risate in studio, con un fragoroso tintinnio di manette in sottofondo.