Piccoli esempi di populismo penale
La preside che usava l’auto della scuola si è fatta 4 giorni di carcere per niente
Il gip di Imperia non ha convalidato l’arresto della preside della scuola arrestata sabato scorso con l’accusa di aver utilizzato l’auto di servizio per fini personali. La donna è tornata così in libertà dopo quattro giorni passati ingiustamente nel carcere di Genova, dove era stata trasferita in seguito all’arresto in flagranza avvenuto mentre rientrava dalla Francia con l’auto di servizio (il reato contestato è di peculato).
Fin dall’inizio non si erano ben comprese le ragioni di una così feroce misura pre-cautelare. Non si era di fronte a un fatto di sangue, né a un reato così grave da comportare un danno erariale per le casse pubbliche. Alla donna veniva contestato di aver utilizzato l’auto di servizio per scopi privati e lei, in risposta, si difendeva sostenendo di averlo fatto solo perché la sua era fuori uso a causa di un incidente: il carcere era proprio necessario? Come se non bastasse, un articolo del codice di procedura penale (il 386) avrebbe consentito al pm, pur in presenza di una flagranza di reato, di concedere i domiciliari. Eppure la donna è finita in carcere per ben quattro giorni.
L’udienza di convalida ha dunque confermato che la preside ha subìto una privazione ingiustificata della propria libertà, ma non è tutto. Secondo quanto dichiarato dal suo avvocato, infatti, la donna era andata in Francia con l’auto di servizio proprio per motivi professionali. Doveva incontrare la segretaria scolastica, che abita a Mentone, per compilare i moduli per chiedere un finanziamento comunitario di quattrocentomila euro per la scuola, in scadenza due giorni dopo. Domenica, inoltre, avrebbe dovuto incontrare a casa propria la vicepreside per ricevere altra documentazione. La domanda doveva essere consegnata entro lunedì scorso, ma sabato la preside è stata arrestata. Così, il finanziamento sarebbe andato in fumo: l’unico vero danno erariale di tutta la vicenda.