La Consulta garantista
Incostituzionale il divieto dei permessi premio per i mafiosi all’ergastolo
L’ergastolo ostativo è incostituzionale, almeno per quanto riguarda il divieto di accedere ai permessi premio. A stabilirlo è stata la Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 bis, comma 1, dell’Ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede la concessione di permessi premio ai condannati all’ergastolo ostativo in assenza di collaborazione con la giustizia, e questo anche se sono stati acquisiti elementi tali da escludere l’attualità della partecipazione all’associazione criminale e il pericolo del ripristino di collegamenti con la criminalità organizzata. Il meccanismo “ostativo” prevede che i condannati all’ergastolo per mafia e terrorismo non possano accedere ai benefici penitenziari a meno che non collaborino con la giustizia. Con una sentenza storica, però, la Consulta ha affermato che la presunzione di “pericolosità sociale” del detenuto non collaborante non è più assoluta ma relativa. Tradotto: nel caso in cui il condannato abbia dato piena prova di partecipazione al percorso rieducativo (e siano esclusi suoi legami con l’associazione criminale), il magistrato di sorveglianza può concedere l’accesso ai permessi premio, previsto dopo l’espiazione di almeno dieci anni. A dispetto di ciò che sosterranno i giustizialisti nelle prossime ore (e ha già cominciato Salvini definendo la sentenza “indegna” e insultando i giudici), la decisione della Consulta non aprirà le porte del carcere a decine di mafiosi e terroristi, e questo perché sarà sempre l’autorità giudiziaria a valutare caso per caso il percorso rieducativo dei condannati, raccogliendo anche i pareri della procura antimafia e antiterrorismo. A differenza della sentenza con cui recentemente la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ordinato al nostro paese di riformare la norma sull’ergastolo ostativo, parlando di “trattamento inumano e degradante”, la pronuncia della Consulta riguarda soltanto la concessione dei permessi premio, e non tutti i benefici penitenziari (come l’assegnazione al lavoro esterno e le misure alternative al carcere), ma è probabile che presto la Corte sarà chiamata a esprimersi anche su questi, estendendo l’incostituzionalità. In attesa che il Parlamento faccia finalmente la sua parte.