Foto LaPresse

Cucchi, una sentenza di dignità

Redazione

Condanna per omicidio preterintenzionale. Famiglia e Arma ritrovano pace

Ci sono voluti “dieci anni di dolore”, come ha detto la sorella Ilaria, ma alla fine è arrivata la sentenza della Corte d’assise di Roma, che ha condannato a dodici anni per l’omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Assolto invece dall’accusa di omicidio, ma non da quella di falso (due anni) Francesco Tedesco, che con le sue dichiarazioni ha aperto la strada, dopo depistaggi e omertà, alla ricostruzione della verità sul pestaggio subìto da Cucchi in una caserma la notte del suo arresto, e che portò alla sua morte. Per falso è stato condannato anche Roberto Mandolini, comandante della stazione Appia (tre anni e otto mesi).

 

La vicenda giudiziaria non è ancora chiusa, si annunciano ricorsi incrociati per la sentenza di Corte d’assise d’appello che ha invece chiuso con una assoluzione e quattro prescrizioni i medici del Pertini che nel 2013 erano stati condannati per omicidio colposo, e successivamente assolti in Appello.

 

Ma al di là dell’iter giudiziario di una vicenda terribile dal punto di vista umano e dello stato di diritto, la sentenza segna un punto, se non di conciliazione, di conclusione dignitosa. L’omicidio (preterintenzionale) è stato riconosciuto, contro tutti coloro che per anni hanno negato l’evidenza e mosso le accuse più sordide alla famiglia. Il carabiniere che ha collaborato ha avuto un trattamento che sa di apprezzamento per aver aiutato la verità, ma anche per aver contribuito all’Arma di riguadagnare il suo onore. La quale Arma, ingiustamente infangata da parte di detrattori partigiani, pronti a fare di ogni servitore dello stato uno sbirro sanguinario, ritrova nella chiusura della vicenda tutto il suo valore, anche nel percorso intrapreso di migliore trasparenza. Vale il commento dell’associazione Antigone: “Una sentenza che NON ci fa gioire, così come non ci fa gioire nessuna condanna, ma che dopo dieci anni di battaglie restituisce giustizia, verità e dignità”. Ha detto Ilaria Cucchi: “Ci sono voluti dieci anni di dolore ma abbiamo mantenuto la promessa fatta a Stefano l’ultima volta che ci siamo visti che saremmo andati fino in fondo”. Era una promessa fatta anche alla nostra civile convivenza.