"Sulla prescrizione Bonafede non sa di cosa parla. Si dimetta", dicono gli avvocati
Il ministro, impegnato nella riforma della giustizia, dimostra di non conoscere i rudimenti del diritto
Gli avvocati palermitani, conterranei del ministro trapanese Alfonso Bonafede, non la toccano piano. Il Guardasigilli, dicono, non sa di cosa parla. Ergo, è meglio che si dimetta. La goccia, anzi la frase che ha fatto traboccare il vaso è quella che il titolare del dicastero della Giustizia ha pronunciato qualche sera fa seduto sulla poltrona del programma "Porta a Porta" di Bruno Vespa.
“Quando per il reato non si riesce a dimostrare il dolo, e quindi diventa un reato colposo ha termini di prescrizione molto più bassi”, aveva spiegato confusamente Bonafede. Come se ci fosse un meccanismo automatico che trasformerebbe in colposo un reato che non è stato dimostrato essere doloso.
Tema delicatissimo quella della riforma della prescrizione, che così come è stata pensata dal ministro grillino, non è mai piaciuta agli avvocati. Le nuove regole prevedono che il decorso dei termini di prescrizione dei reati si interrompa dopo la sentenza di primo grado, sia essa di condanna o di assoluzione. Praticamente l'imputato, sostengono i legali, sarà “condannato” al fine processo mai in una Italia che non brilla per velocità.
Il rischio da cui mettono in guardia gli avvocati palermitani, però, va oltre la sola frase sulla prescrizione, giudicata "del tutto errata dal punto di vista tecnico-giuridico. Proprio tali errate affermazioni sono state poste a sostegno dell'opportunità della riforma della prescrizione; che ingenerano pericolosa confusione nell'opinione pubblica". "L'avvocatura nutre il fondato timore - si legge infatti in una nota - che le riforme delle regole processuali e sostanziali, in ambito civile e penale, attualmente in discussione, siano quindi basate sulla errata percezione e conoscenza degli istituti giuridici".
In soldoni, al netto dei formalismi linguistici, si eviti che il ministro Bonafede, autore di una gaffe tecnico-giuridica, metta mano alla riforma della giustizia. “Il ministro si dimetta e subito”, tagliano corso gli avvocati di Palermo.