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O tempora, o Morra!

Redazione

Il caso Gulotta è il segno che il sistema funziona (sic!), dice il senatore del M5s

Si potrà pensare che le sortite pubbliche del M5s in tema di giustizia siano semplicemente degli errori fatti in Bonafede. Eppure non c’è niente di casuale. Prendiamo Giuseppe Conte. Nel giugno 2018 ha detto che tra i princìpi costituzionali c’è la “presunzione della colpevolezza”; nel settembre 2018 ha detto che il sovranismo è nella Costituzione perché l’articolo 1 afferma che “la sovranità appartiene al popolo”. Oggi Conte ci dice che non bisogna chiedergli se è garantista o giustizialista, come se il garantismo fosse una categoria qualunque dell’agone politico e disconoscendo quindi quella tradizione cardine della civiltà giuridica occidentale e dello stato di diritto, che ha nel giusto processo e nella presunzione di innocenza i suoi princìpi fondamentali. Per non parlare del fatto che secondo Alfonso Bonafede gli innocenti non finiscono in carcere.

 

C’è poi Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia. “Casi come quello di Giuseppe Gulotta ci mostrano che il sistema riesce a rendersi conto dei propri errori”, ha detto ieri Morra al Fatto, rispondendo a una domanda sulla prescrizione. Il giornalista ricorda che Gulotta è stato in carcere 22 anni perché accusato ingiustamente per l’omicidio di due carabinieri. Ma per Morra non è rilevante. Per lui l’importante è che “il sistema” si sia reso conto dei propri errori. Quindi “il sistema”, secondo la visione religiosa di Morra, è infallibile anche quando fallisce. Chissenefrega poi se il famoso “sistema”, cioè noi, è costretto giustamente a pagare.

 

Secondo Errori Giudiziari, che cita statistiche del Mef, dal 1992 al 2017 ben 26.412 persone hanno subìto una ingiusta detenzione prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva. “Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro. Se poi si includono anche gli errori giudiziari in senso tecnico (cioè quelle persone che vengono condannate con sentenza definitiva, ma poi sono assolte in seguito a un processo di revisione perché si scopre il vero autore del reato o un altro elemento fondamentale per scagionarli), il numero delle vittime sale a 26.550, per una somma totale di 768.361.091 euro in risarcimenti”. La media annuale è di oltre mille casi, per una spesa superiore ai 29 milioni di euro. Prosit!