Il virus può rivoluzionare le carceri
Buone ragioni per seguire alla lettera i suggerimenti dei prof. di Diritto penale
Anche l’Associazione italiana dei professori di Diritto penale (Aipdp) richiama l’attenzione del governo sull’emergenza carceraria causata dal coronavirus. Per evitare che l’epidemia si diffonda nelle carceri sovraffollate, innescando una “bomba epidemiologica” tra i detenuti, il Consiglio direttivo dell’Aipdp, che riunisce oltre 150 docenti di diritto penale, ha proposto diverse misure di deflazione penitenziaria, aggiuntive a quelle già adottate dal governo e ritenute largamente “insufficienti”.
I professori di Diritto penale propongono di innalzare a 24 mesi (dai 18 previsti dall’ultimo decreto) il limite di pena, anche residua, per la quale è possibile richiedere la detenzione domiciliare, e di rendere facoltativo (e non più obbligatorio) il controllo mediante dispositivi elettronici per chi deve espiare una pena superiore a sei mesi, “data la ben nota scarsa disponibilità di braccialetti elettronici”, che “rischia di limitare eccessivamente l’applicabilità della misura” e che “si espone a censure di illegittimità costituzionale per violazione del principio di eguaglianza-ragionevolezza (art. 3 Cost.)”.
L’Aipdp propone inoltre: il differimento fino al 30 giugno dell’emissione dell’ordine di esecuzione delle condanne fino a quattro anni; la reintroduzione della liberazione anticipata speciale; la previsione fino al 30 giugno della possibilità per tutti i semiliberi e gli ammessi al lavoro all’esterno, che abbiano già dato prova di buona condotta, di permanere presso il proprio domicilio o altro luogo di assistenza; l’introduzione di una disciplina temporanea che imponga al giudice di tener conto, al momento della scelta della misura cautelare, anche dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus; l’istituzione, presso ogni istituto di pena, di unità di crisi che coinvolgano rappresentanti di tutti gli operatori, compresi i volontari; l’adozione di misure straordinarie per l’adeguamento delle strutture sanitarie e l’assunzione urgente di personale medico, socio-sanitario e penitenziario, nonché per l’agevolazione della comunicazione a distanza tra detenuti e famigliari; provvedimenti mirati per i detenuti particolarmente vulnerabili al contagio.