Le vittime della mafia, le vittime delle foibe, le vittime del terrorismo e va da sé del nazifascismo, giù giù fino alle vittime da incidente stradale, da disastro ambientale e ora, ahinoi, del Covid. Ogni giorno ha la sua pena e quasi ogni giorno, in Italia, ha ormai una “giornata” per ricordare le vittime di qualche evento scellerato. Nessuno tocchi le vittime, ovviamente, ma in qualche caso si ha come l’impressione di un’enfasi retorica, che trabocca e si fa un po’ pleonastica. Eppure ci sarebbe una giornata delle vittime – forse alla fine arriverà, la parola passa al Senato – che in un paese come l’Italia sarebbe sacrosanta, se non la più sacrosanta di tutte: la Giornata per le vittime di errori giudiziari, che Italia viva voleva dedicare a Enzo Tortora, il 17 giugno. Basterebbero i numeri a dimostrare la necessità di un ricordo così: ogni anno nel nostro paese ci sono in media mille cittadini innocenti che diventano vittime di errori giudiziari, i casi negli ultimi 25 anni sono oltre 26 mila.
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