Il premier Giuseppe Conte, insieme a sei ministri del suo governo, ha ricevuto un avviso di garanzia per le denunce presentate da vari soggetti che lo considerano responsabile di aver adottato misure inadatte o di aver travalicato i limiti costituzionali nella gestione dell’emergenza sanitaria. La procura di Roma ha accompagnato l’invio degli avvisi di garanzia con una nota in cui considera le accuse infondate e quindi da archiviare. Deciderà il Tribunale dei ministri, che dovrebbe concordare con la procura e chiudere un caso che in realtà non esiste. (Usiamo il condizionale perché ci sono stati casi recenti nei quali i giudici delle indagini preliminari hanno invece insistito perché si svolgessero indagini più approfondite o addirittura deciso per il rinvio a giudizio in dissenso con le procure). Naturalmente le scelte operate del governo, che ha dovuto fronteggiare, primo governo democratico, una situazione senza precedenti, possono essere criticate, e naturalmente col senno di poi. Da questo a ipotizzare che si siano commessi reati terribili, come la “procurata epidemia”, ce ne corre e molto.
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