La procura generale della Cassazione ha chiesto al Consiglio superiore della magistratura di condannare Luca Palamara alla sanzione massima prevista per le toghe: la rimozione dall’ordine giudiziario. Il pm romano, sospeso e imputato per corruzione a Perugia, è sotto processo di fronte alla sezione disciplinare del Csm, accusato di comportamenti gravemente scorretti nei confronti dei colleghi che concorrevano per il posto di procuratore di Roma e di una strategia di discredito nei confronti del procuratore aggiunto della Capitale, Paolo Ielo. Insomma, la condanna esemplare del capro espiatorio sembra essere la soluzione individuata dalla magistratura per superare la crisi senza precedenti scoppiata un anno fa, ed eludere così ogni forma di riflessione critica sui veri nodi che si celano dietro alle degenerazioni correntizie nelle nomine dei vertici degli uffici giudiziari sparsi per il paese.
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