editoriali
Per vaccinare non basta la coscienza
Figliuolo si dimentica del caos pugliese e i pm ora indagano i saltafila
Non ci sono riusciti il piano Speranza approvato dal Parlamento, le litanie di Arcuri, l’appello alla coscienza di Draghi, né le circolari di Figliuolo, a fermare i raccomandati del vaccino, e così alla fine sono arrivati gli avvisi di garanzia. Per una questione che è tutta politica, tant’è che le priorità vaccinali sono sempre rimaste pure “raccomandazioni” in forza di quello spirito di collaborazione con le regioni, evocato da Speranza, che gli ha impedito – dal piano di De Luca, ai morti spalmati siciliani, ai bambini pugliesi a casa da ottobre – di sostituirsi con l'articolo 120 invocato fino all’ultimo dal buon Miozzo.
E così in Puglia mentre solo il 10 per cento degli studenti è in classe si continua a vaccinare per categorie perché, secondo l’assessore Lopalco “l’ordinanza Figliuolo autorizza a vaccinare le comunità”. E chi mai potrebbe smentirlo se non il generale stesso? E invece anche il Commissario ha glissato durante la sua visita negli hub pugliesi, come pure il Ministro D’Incà a un’interrogazione dell’onorevole D’Attis. Per loro, come per Speranza, in Puglia è tutt’ok. Mentre i medici pugliesi, dopo aver chiesto di inviare gli ispettori, hanno indetto lo stato di agitazione minacciando di interrompere le vaccinazioni finché la regione Puglia non darà priorità ai fragili che ancora aspettano.
Doveva arrivarci la politica e invece sono arrivati i magistrati, i quali, alla fine, sono l’unica categoria a essere rimasta senza vaccino. Quelli di Bari ieri hanno fatto partire 27 avvisi di garanzia ai primi saltafila indagati per falso, tra cui il proprietario di una ditta edile che sta costruendo l’ospedale di Taranto la cui prima pietra è stata messa da Conte a ottobre 2020 e il Sindaco 5 stelle di Noicattaro. “Ma i sindaci sono regolari in quanto ufficiali sanitari, e gli operai edili passano tra i reparti”, così li aveva giustificati Lopalco, che nel suo caso toglie autorevolezza alla scienza oltre che alla politica. Solo nel mese di aprile contiamo 994 decessi covid in Puglia. Per salvarli non è bastato l’appello, politico, alla coscienza. Chissà se basterà un’inchiesta per falso.