Editoriali
Gratteri si scorda la Costituzione
No, un processo eterno non può portare ad alcuna “decisione giusta”
Prosegue senza sosta la campagna del Fatto quotidiano contro la riforma della giustizia penale, proposta dalla ministra Marta Cartabia per porre rimedio all’obbrobrio del processo eterno introdotto dal governo grillo-leghista. Dopo aver definito la riforma un “salvaladri”, rievocando il decreto Biondi del 1994 (che però riguardava tutt’altro, cioè l’abuso della custodia cautelare, e non i tempi dei processi), Marco Travaglio ha intervistato uno dei pm simboli del fronte forcaiolo, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, in effetti un esperto del ricorso eccessivo alla carcerazione preventiva, visto l’alto numero di arresti disposti durante le sue indagini e poi puntualmente bocciati dai giudici. Anziché approfondire il tema dell’abuso della custodia cautelare, però, Travaglio ha chiesto a Gratteri di commentare la riforma del processo penale varata dall’ultimo Consiglio dei ministri, che prevede il mantenimento della norma Bonafede che sospende il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ma termini massimi di durata dei processi (due anni per l’appello e uno per la Cassazione, con proroghe per i reati più gravi). “Macché processi più brevi: è un’amnistia che li getta al macero”, ha dichiarato Gratteri, prima di esporre la sua singolare visione della giustizia: “Stabilire che la prescrizione si interrompe dopo la sentenza di primo grado, ma al contempo imporre termini ‘tagliola’ per il processo di appello e per quello successivo di Cassazione, senza intervenire sui sistemi di ammissibilità degli appelli o dei ricorsi per Cassazione, significa solo preoccuparsi di ‘smaltire le carte’, non di assicurare una decisione giusta”. Dimentica, il procuratore Gratteri, che secondo la nostra Costituzione (art. 111), nonché la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, un processo è giusto solo quando ha una durata ragionevole. Un processo eterno non può portare ad alcuna “decisione giusta”. Che lo dimentichino i fan della forca è scontato. Che lo dimentichi un pm, servitore dello Stato, è più preoccupante.