"E’ fatto divieto di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza”. Si tratta dell’articolo 3 del nuovo regolamento in materia di indagini penali depositato due giorni fa alle Camere. Firmato Marta Cartabia. Con poche parole la ministra mette fine alla giustizia come fiction: i nomi con sentenza incorporata tipo “Mafia Capitale” (che poi mafia non fu, come stabilito dalla Cassazione) o “Toghe lucane” by Luigi De Magistris, o “Vipgate”, “Savoiagate”, “Somaliagate”, “P4” e “Vallettopoli” per limitarsi ad alcune by Henry John Woodcock. Passando per “Angeli e dèmoni”, “Bocca di rosa”, “Sotto scacco” e via titolando. Il regolamento stabilisce poi che le conferenze stampa dei procuratori dovranno limitarsi a casi di “particolare rilevanza pubblica dei fatti”, durante le quali il magistrato non dovrà presentare l’indagato come colpevole ma andrà spiegato “il punto al quale è arrivata la verità giudiziaria”.
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