ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Editoriali

Il finto scandalo per il caso Schilirò

Redazione

Da anni i magistrati si comportano come la poliziotta no pass e pare normale

Ha suscitato clamore la partecipazione, sabato scorso, alla manifestazione dei No pass di una vicequestore della Polizia di stato che, dal palco di piazza San Giovanni, si è scagliata in maniera forte e veemente contro il provvedimento del governo. Nunzia Alessandra Schilirò, questo il nome della poliziotta, ha attaccato l’esecutivo, definito il Green pass illegittimo e contrario ai princìpi costituzionali e ha citato Falcone e Borsellino come simboli della lotta contro il male (dove il male sarebbe anche il governo). La vicequestore è diventata improvvisamente un idolo dei No vax e dei No pass ma, al contempo, la sua presa di posizione pubblica ha provocato una reazione ferma da parte delle istituzioni tanto da causarle un’azione disciplinare.  

Non è certo il caso di difendere la vicequestore in nome della libertà di parola, perché chi occupa determinati ruoli ha anche delle responsabilità e dei doveri di continenza. Non si capisce però la differenza di trattamento quando l’incontinenza è di altri funzionari pubblici, come i magistrati. Un giudice, Angelo Giorgianni, dice cose ben più gravi in manifestazioni di piazza e ha scritto un libro No vax e complottista sul Covid (con prefazione del procuratore Nicola Gratteri) senza che nessuno abbia avviato un’azione disciplinare (né il ministero né la procura generale). Qualche mese fa, a proposito della riforma della giustizia Cartabia, dichiarazioni analoghe contro un provvedimento voluto dal governo sono arrivate da magistrati come Gratteri (da palcoscenici più visibili, come i salotti televisivi) e il procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho: la riforma è la peggiore di sempre, l’improcedibilità deve sparire, è un rischio per la democrazia, è contro la Costituzione, Falcone e Borsellino “si saranno girati tre volte nella tomba a sentire questa riforma”. Non che il comportamento della Schilirò sia giustificabile e adeguato al suo ruolo, ma non si capisce tanto scandalo per il comizio di una poliziotta nel paese in cui da decenni i magistrati fanno pronunciamenti no pass sulla giustizia.

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