editoriali
La verità sul sovraffollamento carcerario
Davigo contesta Cartabia, ma farebbe meglio a controllare dati e fonti
Piercamillo Davigo bacchetta Marta Cartabia: “Non è vero che ci sia sovraffollamento nelle carceri”, ha scritto sul Fatto quotidiano, criticando un intervento del ministro della Giustizia sull’eccessivo ricorso alla custodia cautelare. “Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – scrive Davigo – al 30 settembre 2021 in Italia vi erano 53.930 detenuti in carcere a fronte di 50.857 posti dichiarati”. Per giunta, “quei posti sono calcolati sulla base di una superficie per detenuti così calcolata: 9 mq per il primo occupante e 5 mq per ogni occupante ulteriore (cioè la superficie per l’abitabilità delle case di civile abitazione)”. Altro che affollamento, i detenuti stanno belli larghi. Come a casa. “Poiché il Dap dipende dal ministro della Giustizia (e si deve escludere che menta al ministro) – dice sempre l’ex magistrato – sarebbe interessante sapere chi racconta al ministro che in Italia vi è sovraffollamento in carcere”.
Ecco chi lo dice. L’Anm, per esempio, di cui Davigo è stato presidente: “Tra le tante cose che la drammatica emergenza di queste settimane ha fatto emergere, vi è la gravissima condizione di sovraffollamento delle carceri italiane”, scriveva la Giunta esecutiva dell’Anm l’anno scorso. È vero che da allora il numero di detenuti è calato a causa del Covid, ma per Davigo il sovraffollamento non esisteva neppure all’epoca. Nello stesso periodo il Csm, di cui Davigo faceva parte, in un parere al governo parlava di una condizione per i detenuti che rendeva “indifferibile l’adozione di soluzioni atte a ridurre le condizioni di sovraffollamento carcerario”. Ma Davigo sbaglia anche sui numeri, perché sui circa 51 mila “posti dichiarati” gli effettivi, a giugno, erano 47 mila (4 mila in meno). Quindi i detenuti in eccesso sono circa 8 mila, con un tasso di sovraffollamento del 115 per cento. A dirlo sono i dati del Garante dei detenuti, che evidenziano anche come questa sia una media, perché in molte carceri il dato supera il 150 per cento. In sintesi, la Cartabia ha detto una cosa vera e nota a tutti gli operatori. Quasi tutti.
L'editoriale del direttore