Inchiesta Open, la procura di Firenze non molla la presa su Matteo Renzi. E lui denuncia i magistrati
Chiesto il rinvio a giudizio per il leader di Italia viva, Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Alberto Bianchi. Coinvolte anche quattro società. Il cuore della vicenda giudiziaria ruota attorno alla definizione di ciò che è politico o meno. Udienza dal gip il 4 aprile
Come prevedibile, la procura di Firenze non molla la presa su Matteo Renzi e sul “giro renziano” attorno alla fondazione Open. La procura guidata da Giuseppe Creazzo ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di undici indagati, tra cui lo stesso Renzi, Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Alberto Bianchi, nell’ambito dell’inchiesta sul finanziamento illecito all’ex fondazione renziana Open. Coinvolte nell'inchiesta anche quattro società, tra cui la British Tobacco e la Toto costruzioni. In particolare Renzi, ritenuto dagli inquirenti il direttore di fatto dell’ex fondazione, è accusato di finanziamento illecito ai partiti in concorso con l'ex presidente di Open, l’avvocato Alberto Bianchi, con i componenti del cda, Carrai, Lotti e Boschi, e con l’imprenditore Patrizio Donnini. Bianchi e Lotti devono rispondere invece anche di accuse di corruzione.
Secondo l’accusa dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi, Open sarebbe stata una vera e propria “articolazione di partito”, impiegata come strumento di finanziamento illecito. Una tesi per ora bocciata, seppur in sede cautelare, dalla Corte di Cassazione, che nell’annullare il sequestro di pc e documenti nei confronti di Carrai ha evidenziato come i pm abbiano “data per scontata” l’equiparazione tra la fondazione Open e un’articolazione di partito.
Il cuore della vicenda giudiziaria, come già sottolineato in passato, sembra ruotare proprio attorno alla definizione di ciò che è politico o meno. Un terreno molto scivoloso, se si considera che la funzione principale svolta da Open è stata organizzare le varie edizioni della Leopolda, cioè un evento politico-culturale e non di partito. L’ipotesi formulata dall’accusa, insomma, è ancora tutta da dimostrare. Ciò che è certo, per il momento, è che con la conclusione delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio è perlomeno finito il tempo delle perquisizioni e dei sequestri a tappeto nei confronti degli indagati, definiti in diversi casi “illegittimi” dalla Cassazione in quanto aventi “fini esplorativi”.
L'udienza davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze si terrà il prossimo 4 aprile.
"Io non ho commesso reati, spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso", ha commentato Matteo Renzi con una nota stampa in cui informa di aver denunciato i magistrati Creazzo, Turco e Nastasi. L'atto firmato dal senatore sarà trasmesso alla procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione del'articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell'articolo 323 del codice penale.
Il rinvio a giudizio è "un atto scontato e ampiamente atteso che arriva ad anni di distanza dai sequestri del novembre 2019 poi giudicati illegittimi dalla Corte di Cassazione. Finalmente inizia il processo nelle aule e non solo sui media. E i cittadini potranno adesso rendersi conto di quanto sia fragile la contestazione dell'accusa e di quanto siano scandalosi i metodi utilizzati dalla procura di Firenze", si legge nel comunicato stampa.