EDITORIALI
Lo show mediatico-giudiziario sulla tragedia del Mottarone
La procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, continua a rilasciare interviste e ad alimentare il clamore mediatico sull’incidente della funivia del 23 maggio 2021, costata la vita a quattordici persone
La corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza con cui lo scorso ottobre il tribunale del Riesame di Torino aveva disposto gli arresti domiciliari per Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, due degli indagati per la tragedia della funivia del Mottarone, avvenuta il 23 maggio 2021 e costata la vita a quattordici persone. Nelle ore successive all’incidente, Nerini (titolare della società che gestiva l’impianto) e Perocchio (direttore di esercizio della funivia) erano stati incarcerati su richiesta della procura, prima di essere scarcerati su disposizione della gip Donatella Banci Buonamici (poi finita per questo nell’occhio del ciclone), per insussistenza delle esigenze cautelari. La procura di Verbania, guidata da Olimpia Bossi, aveva fatto ricorso contro la decisione del gip e lo scorso ottobre il Riesame aveva disposto i domiciliari per entrambi gli indagati.
Ora la corte di Cassazione ha accolto il contro-ricorso delle difese degli indagati: nel caso di Nerini la corte ha annullato con rinvio il provvedimento, mentre nel caso di Perocchio l’ordinanza è stata annullata solo limitatamente alla scelta della misura cautelare. A sorprendere non è tanto la – ormai nota – lentezza con cui la giustizia italiana gestisce i procedimenti, quanto la reazione espressa immediatamente dalla procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, che, con una serie di interviste rilasciate alle agenzie di stampa, ha ridimensionato l’importanza della pronuncia della Cassazione: “Per quanto riguarda Perocchio la Cassazione ha di fatto confermato il quadro indiziario, e ha dato riscontro positivo alla nostra impostazione. Per quanto riguarda Nerini siamo di fronte ad un annullamento con rinvio. Cioè anche in questo caso non c’è una sconfessione della nostra impostazione”.
E pensare che le motivazioni neanche sono state ancora depositate. Già in passato, avevamo sottolineato la tendenza al protagonismo mediatico della procuratrice di Verbania. Passano i mesi, ma le cattive abitudini non sembrano cambiare (alla faccia della presunzione di innocenza).