Giovanni Melillo è il nuovo procuratore nazionale antimafia. Battuto Gratteri
Il plenum del Consiglio superiore della magistratura lo ha nominato con una maggioranza di 13 voti. Era a capo della procura di Napoli
Giovanni Melillo, attuale capo della procura di Napoli, è il nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Lo ha nominato a maggioranza con 13 voti il plenum del Consiglio superiore della magistratura. A dispetto di quanto paventato alla vigilia, non c'è stato bisogno di un ballottaggio: Melillo ha raggiunto la maggioranza dei voti alla prima votazione. Sono sette invece i voti andati al capo della procura di Catanzaro, Nicola Gratteri, e cinque quelli a favore di Giovanni Russo, procuratore aggiunto alla Dna e sino ad oggi reggente dell'ufficio. Melillo subentrerà a Federico Cafiero de Raho, andato in pensione lo scorso febbraio.
In magistratura dal 1985, Melillo (61 anni) ha iniziato la sua carriera come pretore presso la pretura di Barra e, in seguito, nel 1989, presso la pretura di Napoli. Dal 1991 al 1999 ha lavorato come pm alla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Nel 1999 è stato designato come magistrato addetto al segretariato generale della presidenza della Repubblica. Nel 2001 è stato nominato come pm alla Direzione nazionale antimafia, prima di tornare a Napoli nel 2009 per svolgere le funzioni di procuratore aggiunto. Dal 2014 al 2017 è stato fuori ruolo al ministero della Giustizia per svolgere l'incarico di capo di gabinetto dell'allora Guardasigilli Andrea Orlando. Rientrato in magistratura, Melillo è stato per un periodo sostituto pg a Roma, prima di insiediarsi, nell'agosto 2017, a Napoli come procuratore capo, incarico di vertice che ha ricoperto fino a oggi.
Esperto di lotta alla criminalità organizzata e terroristica, Melillo ha sempre portato avanti la sua attività di magistrato con sobrietà e riservatezza, mostrando particolare attenzione al tema dei rapporti tra organi di informazione e magistratura e al fenomeno della gogna mediatico-giudiziaria. Di seguito, riportiamo una recente intervista rilasciata da Melillo al Foglio su questo tema.