Editoriali
Per i periti il crollo della Marmolada “non era prevedibile”. Viva la scienza
Nella relazione si evince che non esistono responsabilità umane imputabili. Un gran colpo per zittire il chiacchericcio del giustizialismo predittivo
Il distacco di una parte del ghiacciaio della Marmolada avvenuto lo scorso 3 luglio, che ha provocato undici morti, non era prevedibile. Anzi, per maggiore precisione: “Non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati, suggerire un elevato rischio di crollo imminente”. In 45 pagine di relazione, i periti nominati dalla procura di Trento nell’inchiesta per accertare eventuali responsabilità hanno concluso che no, non esistono responsabilità umane imputabili. E la procura chiederà l’archiviazione del fascicolo. Una conclusione che evita il protrarsi di una macchina giudiziaria fatta più che altro di burocrazia, ma che purtroppo, in altri casi analoghi, ha portato ad accuse e processi poi regolarmente finiti nel nulla.
Nella relazione non c’è nulla di fatalista, né alcuna negazione dei cambiamenti climatici. Si spiega però che il ghiacciaio si è quasi dimezzato negli ultimi decenni, perdendo “5 metri di spessore e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio” e che la parte crollata, detta Punta Rocca, era “staccata dal resto del ghiacciaio” dal 2012 e in condizione di “forte disequilibrio”. Questo però non significa in alcun modo che fosse prevedibile l’evento, e i periti ricordano che crolli erano avvenuti anche in passato, quando l’effetto delle variazioni climatiche era minore. Sono stati gli scorrimenti d’acqua sotterranei e il deterioramento del ghiaccio a causare il crollo.
La scienza spiega i fatti, non è un tribunale, ma il suo lavoro zittisce il chiacchiericcio del giustizialismo predittivo – il principio assoluto e astratto di precauzione – lo stesso per cui la pubblica opinione e la magistratura arrivarono a processare per non aver previsto il terremoto dell’Aquila i componenti della Commissione grandi rischi, poi assolti dopo un inutile calvario giudiziario. E’ inevitabile che ci sia la coda polemica dei famigliari delle vittime: “Una simile conclusione mi lascia perplesso e deluso” ha detto uno di loro, “faccio appello agli scienziati del settore di studiare gli accertamenti dei consulenti della procura”. Che del resto, sono appunto degli scienziati.
L'editoriale del direttore