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La vicenda

Chi è Alfredo Cospito e come si è arrivati allo sciopero della fame

Redazione

L'anarchico abruzzese è stato condannato per vari attentati (tra cui la gambizzazione di un manager) e per "strage politica". Da ottobre è in sciopero della fame per protestare contro il regime di 41-bis a cui è stato sottoposto per aver inviato all'esterno inviti a compiere atti terroristici

Alfredo Cospito, l'anarchico abruzzese in sciopero della fame da ottobre 2022sarà trasferito dal carcere di massima sicurezza di Sassari - Bancali "Giovanni Bachiddu" alla casa di Reclusione di Milano Opera. "Cospito sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura meneghina in considerazione del suo stato di salute", ha spiegato l'avvocato Flavio Rossi Albertini. Il trasferimento è stato disposto dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed è motivato da ragioni esclusivamente mediche (non cambia cioè la linea dura sul 41bis): al Sai sono destinati infatti i detenuti affetti da gravi patologie. Il medico di fiducia di Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a "rischio fibrillazione", in considerazione del suo calo di peso dopo più di 100 giorni di sciopero della fame, e ne aveva sollecitato il trasferimento.

 

Intanto lungo tutta Italia si sono susseguiti diversi atti dimostrativi: oggi un'auto della polizia locale è stata bruciata in viale Tibaldi a Milano e alcune molotov sono state trovate in un parco non lontano. Solo ieri c'è stato un danneggiamento contro un commissariato a Roma e la procura di Milano ha due fascicoli aperti: uno sulla busta contenente un proiettile e la lettera A di "Anarchia" inviata al procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo e l'altro sull'aggressione verbale contro la corte d'appello che si è occupata del processo "Scripta manent" che vede proprio il leader anarchico Cospito tra gli imputati. Ma come si è arrivati ai fatti di questi giorni? 

      

Cospito è nato a Pescara il 14 luglio 1967, ma ha trascorso gran parte della sua vita a Torino assieme alla sua compagna, Anna Beniamino. Tutt'e due si riconoscono nella Fai-Fri (Federazione anarchica informale – Fronte rivoluzionario internazionale), gruppo ritenuto colpevole di aver compiuto svariati attentati terroristici o eversivi (in particolare l’invio di ordigni e plichi esplosivi contro politici, giornalisti e forze dell’ordine). La sua storia giudiziaria è iniziata nel 2013, quando Cospito ha ricevuto una prima condanna a dieci anni e otto mesi per aver ferito con colpi di pistola alle gambe il dirigente dell’Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Nel 2022 è stato condannato anche per "strage politica" per aver posizionato, nella notte tra 2 e 3 giugno 2006, due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano (in provincia di Cuneo). Nell'esplosione non ci furono né morti né feriti.

 

Durante il processo svoltosi a Torino, i giudici hanno dichiarato la Fai un'associazione terroristica. Inizialmente Cospito e la sua compagna sono stati condannati dalla corte rispettivamente a 20 e 16 anni di reclusione per il reato di strage. Nella sentenza si leggeva che l'attentato non aveva causato morti per pura casualità. Dopo la condanna in primo e secondo grado a 20 anni di carcere, la Cassazione nel luglio del 2022 ha trasformato il reato in “strage contro la personalità interna dello stato”, e nella pena corrispondente, il cosiddetto ergastolo “ostativo”. Il reato per cui Cospito è stato giudicato è dunque quello di “strage politica”, con l'applicazione dell'articolo 285 del Codice penale (“Chiunque allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, commette un fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage nel territorio dello Stato o in una parte di esso è punito con l’ergastolo”).

 

In una prima fase, Cospito è stato inserito nel circuito penitenziario ad Alta sicurezza, in cui sono riuniti i detenuti per reati di tipo associativo, e che prevede forti restrizioni sulle condizioni di detenzione e sulle possibilità di comunicazione con l'esterno. Dopo sei anni, nel 2022, il ministero della Giustizia ha deciso di sottoporre Cospito al regime di 41-bis, la misura introdotta negli anni ottanta per impedire agli affiliati delle mafie di intrattenere rapporti con l’esterno. Fra le altre, essa prevede l'isolamento nei confronti degli altri detenuti, la limitazione dell’ora d’aria, una restrizione dei colloqui, il visto di controllo della posta, la revoca di giornali e libri. Ad applicare il 41-bis è stata la ministra Marta Cartabia, sulla base delle segnalazioni provenienti da Direzione nazionale antimafia, Digos e altre autorità, secondo cui Cospito durante la detenzione è stato in grado di fare arrivare all'esterno del carcere “numerosi messaggi (…) destinati ai propri compagni anarchici, invitati esplicitamente a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci”.

 

I legali dell'anarchico hanno impugnato la misura, ma il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto il ricorso, affermando che Cospito è risultato “in grado di mantenere contatti con esponenti tuttora liberi dell’organizzazione eversiva di appartenenza”, la Federazione anarchica informale (Fai), della quale è stato riconosciuto capo e organizzatore: “Le comunicazioni di Cospito con le realtà anarchiche all’esterno del circuito carcerario appaiono assidue e producono l’effetto di contribuire a identificare obiettivi strategici e a stimolare azioni dirette di attacco alle istituzioni”.

 

Come evidenziato dai giudici di sorveglianza, infatti, in diversi casi i messaggi veicolati da Cospito all’esterno risultano essere dei veri e propri inviti a compiere atti terroristici. In uno scritto, ad esempio, Cospito esalta l’efficacia di “azioni che mettono in pericolo la vita degli uomini e donne del potere”. In un altro esprime la sua approvazione per un attacco esplosivo contro una stazione dei carabinieri. In un altro ancora rimarca il contributo reso dalla Fai attraverso le azioni “sempre più oggettivamente violente”. Da qui l’esigenza di interrompere qualsiasi contatto tra Cospito e l’esterno.

 

Da ottobre dello scorso anno, dunque da più di cento giorni, Cospito ha intrapreso uno “sciopero della fame”, ossia un rifiuto totale dell’assunzione di cibo che nel suo caso si accompagna anche al rifiuto dell'acqua. Cospito non contesta soltanto l'applicazione del 41-bis, ma anche l'ergastolo ostativo. “È il primo anarchico a cui viene applicata questa misura. Lui stesso si definisce anarchico individualista, il che è un’altra contraddizione rispetto al ruolo di capo che gli viene attribuita”, ha dichiarato il suo legale.

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