editoriali
Nordio difende Delmastro e Donzelli smentendo i suoi propositi
Il paradosso del Guardasigilli che fa "dichiarazioni importanti, condivisibili sulla giustizia e sulla necessità di una riforma, membro di un esecutivo che fa l’esatto contrario di ciò che dichiara", come ha sottolineato Matteo Richetti
Come prevedibile, l’informativa tenuta alla Camera dal Guardasigilli Carlo Nordio sulla vicenda Delmastro-Donzelli non è servita a nulla, se non ad avere conferma della tendenza del ministro a offrire giustificazioni in “burocratese” per assolvere due personaggi vicinissimi alla premier Giorgia Meloni. Nel suo intervento, infatti, Nordio non ha fatto altro che ripetere quanto già affermato nelle scorse settimane: “Nessuna intercettazione è stata divulgata” nel caso che ha coinvolto il sottosegretario alla Giustizia Delmastro e il deputato Donzelli.
Per il Guardasigilli, le affermazioni con cui Donzelli alla Camera ha diffuso il contenuto di alcuni colloqui tra Alfredo Cospito e due esponenti della ‘ndrangheta e della camorra al 41 bis (rivelati in privato dal compagno di partito Delmastro) si riferiscono “a una scheda di sintesi del Nic sulle quali non risultano apposizioni formali di segretezza”. “La dicitura ‘limitata diffusione’ – ha aggiunto Nordio – esula dalle classificazioni disciplinate dalla legge ed è di per sé inidonea a catalogare il documento come classificato. E’ solamente una prassi del Dap”.
Insomma, i documenti non erano segreti, ma presentavano la dicitura “limitata diffusione”, che però non si comprende bene cosa significhi, visto che Delmastro si è sentito libero di rivelarne il contenuto a Donzelli, che poi ha fatto da megafono in Parlamento. Verrebbe voglia, come ha fatto Debora Serracchiani in Aula, di chiedere a Nordio di non offendere l’intelligenza di tutti. Ma a centrare il vero punto politico è stato Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Iv, che rivolgendosi a Nordio ha detto: “Lei rischia di essere un ministro dalle dichiarazioni importanti condivisibili sulla giustizia e sulla necessità di una riforma, membro di un esecutivo che fa l’esatto contrario di ciò che lei dichiara”. Al di là delle dimissioni o meno di Delmastro, è questo il paradosso che, prima o poi, andrà sciolto.