Editoriali
Il garantismo interessato di Travaglio
Il direttore del Fatto quotidiano critica il pm di Bergamo, ma solo per difendere il leader del M5s Conte. Per gli altri, la condanna è servita
Persino Marco Travaglio, uno abituato a dormire con la forca sotto al letto, non ha potuto non esprimere perplessità di fronte alle dichiarazioni rilasciate dal procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani, sull’inchiesta relativa alla gestione della pandemia, che ora vede indagati l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro Roberto Speranza, insieme ai vertici della regione Lombardia e delle istituzioni sanitarie.
“Il materiale raccolto servirà non solo per le valutazioni di carattere giudiziario, ma anche scientifiche, epidemiologiche, di sanità pubblica, sociologiche, amministrative”, aveva detto Chiappani, aggiungendo di aver fatto il proprio dovere, cioè “soddisfare la sete di verità della popolazione” e offrire “spunti di riflessione”. Improvvisamente scopertosi garantista, il direttore del Fatto quotidiano ha commentato: “Noi pensavamo che i pm dovessero accusare qualcuno, possibilmente per condotte che vìolino obblighi di legge. E soprattutto che il miglior modo per soddisfare la sete di verità della popolazione fosse quello di spiegare i limiti fisiologici del processo penale. Che deve e può soltanto accertare reati ben definiti in base a prove serie e lasciare tutto il resto all’informazione, alle varie scienze e alla politica”.
Cioè: il direttore del quotidiano che negli ultimi dieci anni ha alimentato tutti i più pazzi teoremi giudiziari volti a riscrivere la storia italiana (dalla “trattativa stato-mafia” alle varie stragi) avrebbe scoperto che la finalità dei processi è solo quella di accertare eventuali reati. Un’incredibile folgorazione garantista, che però si rivela subito apparente.
Travaglio infatti aggiunge che il governo Conte non ha colpe e le responsabilità spettano tutte alla regione Lombardia, che addirittura “nascondeva i dati dei contagi”. Insomma, il garantismo vale solo per Conte (slurp). Per gli altri la condanna è già stata sentenziata.
i fantasmi dell'antimafia