editoriali
Le surreali tesi dell'ex pm Spataro contro i “diktat” degli Usa sul “caso Uss”
Secondo le strane convinzioni dell'ex procuratore la giustizia funziona perché l'Italia ha dimostrato di resistere al desiderio di non "deludere gli americani". Peccato però che il detenuto sia evaso
Sul caso dell’esfiltrazione del russo Artem Uss, avvenuta subito dopo la decisione favorevole all’estradizione negli Stati Uniti, ci sono molti aspetti da chiarire: cosa non ha funzionato e chi ne è responsabile. Ma l’ex procuratore Armando Spataro ha già le idee chiare: la magistratura non ha alcuna colpa. La decisione di dare al figlio di un governatore putiniano gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, anziché la detenzione in carcere, è stata “ben motivata e precisa”. In sostanza: “Un provvedimento ineccepibile, tanto che Nordio, al pari del Pg, non lo ha impugnato come avrebbe potuto”, dice a Repubblica. E che il ministro della Giustizia non abbia fatto questa richiesta, dice Spataro, non è neppure determinante perché il governo non avrebbe potuto imporre il carcere su pressione degli Usa: “Nessun diktat del genere sarebbe possibile, anche se ad alcuni cultori di abnormi riforme piacerebbe”. Nordio “non avrebbe potuto disporre lui il carcere, ma solo chiederlo ai giudici”.
E infine risponde a una singolare domanda sulla “pretesa” degli Usa di mettere in carcere un detenuto, facendo un paragone con il caso Abu Omar di cui si è occupato: “Le due vicende sembrano unite da una comune caratteristica, non deludere gli americani, ancora convinti del fondamento della teoria dell’esecutivo unificato che tutto decide e dispone”. Quindi: la magistratura non ha sbagliato; il governo se pure l’avesse pensata diversamente, non avrebbe potuto farci nulla; gli americani devono smetterla con queste assurde pretese di incarcerare le persone. La progressione degli argomenti è fragile, in primis il paragone con il caso Abu Omar (che fu un’operazione illegale dei servizi), perché pare non considerare un fatto elementare: Uss è evaso mentre era detenuto e prima di essere estradato. Ma che importa? L’importante è che l’Italia abbia dimostrato di resistere al desiderio di “non deludere gli americani”. Se gli Usa sono stati delusi, allora vuol dire che la giustizia italiana funziona. Anche se, purtroppo, il detenuto è evaso.