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Due detenuti morti per sciopero della fame: contavano meno di Cospito?

Redazione

Distrazioni umanitarie. Quella all'anarchico fu una visita strumentale, con un significato politico preciso, il 41-bis e la presunta disumanità del governo di destra. lo dimostra il completo disinteresse per il caso di Augusta

"La sensazione è che la maggioranza attuale non sia più disattenta di altre. Certo non c’è un’attenzione maggiore”, ha detto ieri al Foglio, equanime e sconsolato, il Garante delle persone private della libertà, Mauro Palma. Stava commentando il caso di due detenuti nel carcere di Augusta in Sicilia, un siciliano e un cittadino russo, morti in seguito a uno sciopero della fame durato rispettivamente 60 e 41 giorni. Due nuovi “sommersi”, affondati dal sistema carcerario italiano ma anche da un sistema di (dis)attenzione da parte di una società civile latitante. E da parte della politica: tanto che un dramma così può sfuggire persino alle antenne del Garante e di altre benemerite associazioni che di carcere si occupano e venire alla luce, ex post, solo per la meritoria segnalazione dei sindacati di polizia penitenziaria. Due detenuti che si lasciano morire di fame, “non si stanno suicidando”, dice Palma, cercano “l’interlocuzione sul loro problema”.

  

Ma non si sono ancora levati i soliti “sua culpa”, e forse il motivo sta nella notazione del Garante sulla disattenzione bipartisan della politica. E’ infatti difficile non ricordare la pantomima della visita ad Alfredo Cospito fatta dai parlamentari Andrea Orlando (ex  Guardasigilli) e altri. Fu una visita strumentale, con un significato politico preciso, il 41-bis e la presunta disumanità del governo di destra. Ne seguì una polemica indegna tra maggioranza e opposizione, molto sballata anche da entrambe le parti. Ma la giustificazione dei parlamentari Pd secondo cui “lo scopo era di guardare a una situazione particolare, la salute del detenuto e assicurarci che le condizioni non precipitino” scricchiola ancora di più, a distanza di mesi, di fronte al completo disinteresse per il caso dei due morti di Augusta. I motivi umanitari di un’opposizione che vigila contro gli assalti alla democrazia e alla legalità, evidentemente sono evanescenti. Ma non è solo la politica, ricorda il Garante: “L’opinione pubblica tende a concentrarsi sui casi eclatanti. Quelli per i quali gli intellettuali firmano appelli e si mobilitano”. 

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