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Perché l'intervento di Nordio sui pm che hanno indagato Renzi è una buona notizia
Turco e Nastasi rischiano un procedimento disciplinare per "grave violazione di legge determinata da ignoranza grave e inescusabile". Dopo gli atti della Cassazione e della Corte Costituzionale sull'inchiesta Open si muove anche il ministero
"Grave violazione di legge determinata da ignoranza grave e inescusabile". E' questa l'accusa che gli ispettori del ministero della Giustizia rivolgono ai pubblici ministeri di Firenze Luca Turco e Antonio Nastasi nell'ambito della gestione dell'inchiesta Open che coinvolge Marco Carrai e Matteo Renzi.
I fatti riguardano il sequestro dei computer nei confronti di Carrai. La Cassazione aveva annullato il sequestro e ordinato ai magistrati di restituire il materale senza farne copia, mentre il pubblico ministero ha scelto di tenere il materiale e di mandarlo al Copasir. Il ministro Carlo Nordio l'aveva annunciato a dicembre rispondendo a un question time di Renzi in Senato: "Ci sarà un immediato e rigoroso, sottolineo rigoroso, accertamento conoscitivo attraverso l’ispettorato generale". Ora che l'indagine è terminata, riporta Il Giornale, i due pm potrebbero finire sotto procedimento disciplinare.
Secondo le informazioni del Giornale, Luca Turco ha un seconda accusa di violazione di legge per avere depositato davanti a un altro giudice la stessa informativa. Turco inoltre è accusato anche di scorrettezze commesse verso gli indagati, in particolare Carrai, "divulgando dati e notizie sensibili e riservati".
La vicenda arriva poche settimane dopo la sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittima l'acquisizione delle mail e delle chat di Renzi, effettuata da Turco e Nastasi senza chiedere l'autorizzazione al Parlamento. I messaggi elettronici – è la tesi della Corte – sono riconducibili alla nozione di “corrispondenza” e la corrispondenza per i parlamentari viene tutelata in modo particolare dalla Costituzione, con l’obbligo per i pubblici ministeri di chiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza (articolo 68).
"Una procura che si muove senza osservare la Costituzione, senza ascoltare la Cassazione, senza rispettare il Parlamento dovrebbe indurre un ministro della Giustizia con la testa sulle spalle a intervenire e non restare con le mani in tasca", scriveva il direttore del Foglio Claudio Cerasa all'indomani del pronunciamento della Corte Costituzionale. Ecco oggi la notizia dell'intervento di Via Arenula.
Ora il dossier passa alla Procura generale della Cassazione, che ha il compito di avviare l'indagine disciplinare. Le conclusioni dell'indagine saranno poi sottoposteal Consiglio superiore della magistratura. Qui, a valutare disciplinarmente i due pm sarà la sezione disciplinare presieduta dal vicepresidente Fabio Pinelli, che prima di ricoprire questo ruolo ha difeso da avvocato sia il presidente della fondazione Open Alberto Bianchi sia il Senato, proprio nello scontro contro la procura di Firenze.