Editoriali
Altro che bavaglio! Tutta l'ipocrisia dell'Ordine dei giornalisti
I rappresentanti della Federazione nazionale stampa italiana hanno disertato la conferenza stampa di Meloni per protesta. Ma le uniche cose illiberali nella stampa sono l’Odg e la Fnsi
Il rappresentante di una corporazione di origine fascista, Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti, ha introdotto la conferenza stampa di inizio anno del presidente del Consiglio con un intervento di circa quattro minuti nel corso del quale ha ricordato la protesta dell’Ordine e della Fnsi nei confronti della cosiddetta “legge bavaglio”.
Allargato il braccio, Bartoli ha detto: “Come vedete ci sono anche tante sedie vuote per protesta qui questa mattina”. Le sedie vuote in realtà erano soltanto quelle dei rappresentanti della Fnsi, un sindacato di pensionati e burocrati che, esattamente come i vertici dell’Ordine dei giornalisti, si intende di giornalismo attivo all’incirca come l’ottentotto medio s’intende di fissione nucleare. In realtà l’aula della conferenza stampa era pienissima, affollata di giornalisti (attivi) i quali sono evidentemente così preoccupati dalla svolta illiberale del governo da essersi presentati in gran numero alla conferenza stampa a fare domande. Ben quarantadue. Alcuni, pochissimi, con questa formula, quasi comica: “Esprimo la mia solidarietà nei confronti della protesta”, e poi via con la domanda alla premier orbaniana e illiberale. Bavaglio. Ma fateci il piacere.
Se fosse davvero avvertito un rischio per la libertà della stampa e dell’informazione in Italia l’aula della conferenza stampa di inizio anno sarebbe dovuta essere vuota. Per protesta. Severa e corale. In realtà l’unica cosa che si avverte è l’ipocrisia dell’Ordine e della Fnsi, due organizzazioni queste sì illiberali, oltre alla indecente volontà da parte di alcuni di continuare a vendemmiare con la pubblicazione sui quotidiani delle intercettazioni sputtananti. L’unica cosa chiara è l’inciviltà sudamericana. Altro che bavaglio. Sepolcri imbiancati.