Le parole
Di Pietro sulla separazione delle carriere: "Non mina l'indipendenza della magistratura"
L'ex magistrato commenta le riforme della giustizia e il caso Toti che ha scosso la Liguria: "Non sono d'accordo con Nordio, è lui che è d'accordo con me. Tangentopoli non è mai finita"
"Sulla separazione delle carriere non sono d'accordo con Nordio, è Nordio che è d'accordo con me!". Lo dice sorridendo l'avvocato Antonio Di Pietro, uno dei protagonisti di Mani Pulite, in un'intervista alla Stampa nella quale commenta non solo il progetto di legge in lavorazione negli uffici del Guardasigilli, ma anche le recenti inchieste legate al presidente della regione Liguria Giovanni Toti.
La separazione delle carriere è il male assoluto? L'ex magistrato risponde così: "Io professo senza se e senza me l’indipendenza della magistratura, ma non ho ancora capito alcuni politici e l’Associazione nazionale magistrati che dicono che con la separazione delle carriere viene a mancare l’indipendenza". La sua resta una posizione "isolata" tra tutti gli altri addetti ai lavori: "È una cosa alla quale sono abituato. Quando ci fu lo sciopero dei magistrati con Cossiga, quest’ultimo mandò felicitazioni all’unico che non aderì. Cioè io". Il disegno di legge sulla separazione delle carriere, stando alle ultime informazioni, dovrebbe arrivare sul tavolo del governo prima delle elezioni europee, cioè nel Consiglio dei ministri del prossimo 29 maggio.
Sul resto delle riforme della giustizia, presentate e ancora in corso di lavorazione, Di Pietro crede che abbiano indebolito la lotta alla corruzione "a cominciare dalle intercettazioni": "Limitarle anche sui reati di pubblica amministrazione è deleterio: non condivido questa battaglia di Nordio". E sull'abuso d'ufficio: "È stato talmente sbriciolato che, così com'è, non serve a niente: rischia di creare processi che si concludono in nulla".
Sul caso Toti, poi, Di Pietro commenta: "Tangentopoli? Non è mai finita, semmai si è ingegnerizzata. Mi sembra che ci sia un filo di continuità che non si è mai interrotto. Qualcosa è cambiato, non tutto. Prima il reato era visibile, adesso attraverso mezzi e strumenti formalmente leciti (come il finanziamento ai partiti, ndr) si raggiungono finalità illecite e più difficilmente inquadrabili come condotte penalmente rilevanti".